Sono 9.054 i militari italiani in missione di pace all’estero

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    Due le presenze più importanti: nei Balcani e in Afghanistan.
    Prossimo l’invio di tremila uomini anche in Iraq, per contribuire a creare condizioni di stabilità nel Paese dopo la caduta del regime di Saddam.

     

    Sono 9.054 i militari italiani già impegnati in operazioni di pace all’estero. Il dato viene dall’ultimo aggiornamento dello Stato Maggiore della Difesa del 16 aprile 2003, che parla di una quota di proiezione esterna al massimo di sopportabilità per le Forze Armate. La nostra presenza è inferiore solo a quella degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia.
    Questo il quadro dei nostri militari fra i quali ci sono anche gli alpini in missioni di pace, assistenza tecnica e come osservatori delle Nazioni Unite. A questi nostri militari andranno aggiunti quelli che prossimamente saranno impegnati in Iraq: un totale di circa tremila uomini.
    Attualmente sono due le principali missioni di pace in corso: nei Balcani e in Afghanistan. Nella prima, in Bosnia e in Kosovo, l’Italia impegna 6.463 militari; in quella in Afghanistan, tra contingente Nibbio a Khost, missione Isaf a Kabul e altre attività Nato, sono impiegati 2.315 soldati. Ma la presenza di militari italiani all’estero, pur con numeri più ridotti, è anche in altri Paesi: Marocco, Eritrea, Congo, Palestina, Malta, Libano, al confine tra India e Pakistan, in Egitto, in Israele. In totale impegnano altri 221 militari.
    Questo il dettaglio:

     

    Albania Ci sono 1.055 uomini con diversi compiti. Sono attivi 26 osservatori italiani che verificano la distruzione delle armi dopo la guerra.
    In Macedonia 180 uomini sono il supporto logistico alla Kfor. E 28 militari sono al quartier generale della Nato a Skopje. Una missione punta ad arginare il fenomeno dell’emigrazione clandestina e impegna il 28esimo gruppo navale con circa 180 uomini; un’altra concerne l’addestramento dei piloti e impegna un reparto di volo a Valona, 100 uomini in tutto; una terza consiste in una delegazione di 24 esperti che cooperano con i militari albanesi per la riorganizzazione delle Forze Armate. Al quartier generale della Nato a Tirana operano 735 uomini. Sono 16 gli ufficiali italiani impegnati nella missione europea di osservazione sul processo di pace nei Balcani. Ecco un quadro delle missioni militari italiane in corso, secondo le informazioni fornite dalla Difesa, con aggiornamento alla fine di marzo.

     

    Kosovo Sono due le operazioni in Kosovo. Nell’ambito della Kfor, l’operazione Joint Guardian ha l’obiettivo di assicurare l’applicazione dell’accordo di pace nel paese della ex Jugoslavia. Partecipano in tutto 37 nazioni, ma l’Italia ha un ruolo guida con l’impegno di 3.760 soldati. La seconda missione delle Nazioni Unite è l’Unmik e ha sede a Pristina. L’Italia concorre, insieme ad altri 50 paesi, con un osservatore militare e 70 elementi della polizia.

     

    Bosnia Due i fronti anche in Bosnia. L’operazione Joint Forge serve a garantire la cornice di sicurezza necessaria per la normalizzazione della situazione in Bosnia Erzegovina dopo la guerra. Il contributo di Italfor Bosnia è di circa 1.390 uomini. La missione European Union Police Mission, con una forza internazionale di polizia europea in Bosnia Erzegovina, impegna 23 militari dell’Arma dei carabinieri e 21 elementi della polizia.

     

    Afghanistan Il contributo italiano all’operazione Enduring freedom contro il terrorismo internazionale, lanciata dagli Stati Uniti dopo l’11 settembre 2001, è rappresentato dall’operazione Nibbio a Khost, nel Nord del Paese, con mille uomini al comando del generale degli alpini Battisti. Comprende anche gli alpini del 9º reggimento dell’Aquila, al comando del colonnello Berto. In più ci sono gli uomini della nave Mimbelli (sede del comando della forza marittima europea a guida italiana) e quelli del rifornitore Stromboli, che operano nell’Oceano Indiano. In tutto, la missione coinvolge 1.625 uomini, più 185 addetti ad attività Nato. Si aggiungono 505 militari (tra i quali ci sono anche gli alpini) che partecipano all’Isaf, a Kabul, il primo contingente di militari italiani inviato in Afghanistan, dopo la risoluzione Onu 1386 del 20 dicembre 2001. Ma in Afghanistan è prevista una ulteriore presenza di militari italiani circa tremila uomini che dovrebbero contribuire a stabilizzare il paese dopo la caduta del regime di Saddam. Il contigente dovrebbe essere composto dai carabinieri paracadutisti del reggimento Tuscania , da quelli del GIS, il Gruppo di intervento speciale, dal 7º reggimento mobile e dal 13º reggimento. Previsti anche i paracadutisti del 9º reggimento d’assalto Col Moschin , i bersaglieri del 19º reggimento della brigata Garibaldi , il 10º reggimento genio guastatori, i trasmettitori del battaglione Leonessa dell’11º reggimento Trasmissioni, un reparto del Genio ferrovieri. La Marina sarà coinvolta con 4 unità tra cui il San Giorgio dotato di ospedale e ponte di volo e l’Aeronautica con i C 130 e i G 222 per il trasporto truppe.

     

    Frontiera India Pakistan: Sono 7 gli osservatori militari italiani nell’area del Kashmir, contesa tra i due stati.

     

    Medio Oriente Il Mfo (Multinational Force and Observers) è una organizzazione internazionale indipendente per il mantenimento della pace tra Egitto e Israele, sancita dal Trattato di pace del 1979. Il contingente militare italiano, che opera nel Sinai, è formato da 78 uomini della Marina. In Libano è in corso un’altra missione costituita in base a una risoluzione dell’Onu (425 dal 19 marzo 1978) per mantenere la pace nel Paese: l’Italia contribuisce con un reparto della Cavalleria dell’Aria costituito da 51 uomini e 4 elicotteri AB 205 di stanza a Naqoura. Untso è la più vecchia missione di peacekeeping delle Nazioni Unite, sul conflitto in Medio Oriente, risale al 1958 e opera in Israele: vi partecipano 7 ufficiali italiani come osservatori.
    A Hebron la missione voluta dall’Anp dopo l’accordo sulla striscia di Gaza del 1995 impegna 12 italiani.

     

    Etiopia Eritrea La missione Unmeee è prevista nell’accordo di Algeri del 18 giugno 2000 tra i due paesi. Dal dicembre scorso, la partecipazione italiana è ridotta ad un reparto dei carabinieri (circa 62 uomini) e 3 osservatori.

     

    Sahara Occidentale Quattro osservatori militari italiani partecipano alla missione Minurso in Sahara Occidentale decisa con la risoluzione 690 del Consiglio di sicurezza dell’Onu del 29 aprile 1991 dopo l’intesa tra il Marocco e il Fronte Polisario per la fine della guerra.

     

    Congo La missione Monuc serve per vigilare sull’attuazione del cessate il fuoco previsto dagli accordi di Lusaka del 10 luglio 1999. Sono tre gli ufficiali italiani che dovrebbero restare fino al 30 giugno prossimo.

     

    Malta Miatm è la missione italiana di assistenza tecnica a Malta, coinvolge 48 militari.