SICILIA Messina 1908: sette reggimenti alpini furono impegnati nei soccorsi

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    La mattina del 28 dicembre 1908, lunedì, alle 5.21, un terribile terremoto che raggiunse il 10º grado della scala Mercalli, seguito da un maremoto, sconvolse le coste siculo calabre. La città di Messina subì il crollo del novanta per cento degli edifici, gravissimi i danni a Reggio Calabria e nei paesi vicini. A Messina le vittime furono ottantamila, su centocinquantamila abitanti, mentre a Reggio quindicimila su quarantacinquemila.

    Cent’anni dopo la città non mostra i segni di quella tragedia collettiva ma resta il ricordo e la riconoscenza di quanti concorsero al soccorso dei sopravvissuti e alla ricostruzione. Tra i primi soccorritori si fecero notare i tanti marinai dell’incrociatore russo Aurora e delle unità della Marina Inglese che incrociavano nell’area dello Stretto. Quando le notizie relative alle proporzioni del disastro si diffusero, cominciarono ad arrivare i primi veri soccorsi, nazionali ed internazionali, organizzati con qualche difficoltà dal giovane Regno d’Italia. Anche la Regina Elena di Savoia vi partecipò recando, con la sua presenza, conforto e speranza.

    L’Esercito, presente sempre in maniera massiccia, non si limitò soltanto a scavare, a recuperare i feriti e poi i cadaveri, ma contribuì a mantenere l’ordine pubblico e partecipò anche ad una prima ricostruzione. Tra i reparti spiccavano gli alpini di ben sette reggimenti. L’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito dichiarò che nell’area terremotata già nel mese di gennaio 1909 operarono oltre ventimila militari.

    Da un passaggio di una circolare della primavera del 1909 emanata dal ministro della Guerra: Ho veduto l’Esercito all’opera di soccorso in Sicilia e Calabria ed un vero sentimento di ammirazione ho provato per tutti, dall’Ufficiale all’ultimo Soldato. Questo nuovo attestato di solidarietà nella comune sventura mi conferma l’alto spirito che sempre aleggia nell’Esercito, pronto a portare tutto il contributo dell’opera propria, ispirata ad abnegazione e patriottismo, ad accorrere sempre, spesso con sacrificio individuale per lenire le sventure nazionali .

    L’opera di soccorso dell’Esercito alle popolazioni siculo calabre, fu riconosciuta con la concessione di numerose Medaglie al Valor Civile, conferite a bandiere d’Armi e Corpi intervenuti e a singoli ufficiali, sottufficiali, graduati e militari di truppa. Fra di esse, risaltano 8 Medaglie d’Oro e 25 d’Argento. Tra le tante si ricordano, orgogliosamente, la Medaglia d’Oro concessa al 22º Reggimento artiglieria da montagna e le Medaglie d’Argento concesse ai seguenti Reggimenti alpini: 1º, 2º, 3º, 4º, 5º, 6º e 7º.

    L’azione dell’Esercito continuò anche con la solidarietà, che iniziò con una raccolta di oblazioni volontarie a favore dei terremotati e i Corpi, che allora erano tanti, furono autorizzati ad adottare un orfano per reggimento, allevandolo ed educandolo a loro spese.

    Domenico Interdonato

    Pubblicato sul numero di novembre 2008 de L’Alpino.