Sfogliando i nostri giornali

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    La nostra stampa alpina.

    STAMPA, QUALE RUOLO? L’articolo pubblicato in merito all’ecomostro di Bocchetta Campiglia ha suscitato diverse reazioni. Molti soci e non, hanno apprezzato l’intervento; altri invece sostengono che il ruolo del periodico sezionale dovrebbe limitarsi ad informare il resto dei soci di quanto siano bravi gli alpini a fare solidarietà, organizzare le celebrazioni e far da mangiare. In altre parole, Alpin fa Grado dovrebbe essere la voce non di un’associazione che vive all’interno di una società che ha i suoi bei problemi e i suoi guai, ma dovrebbe limitarsi a incensare solamente il microcosmo ANA. Oltre che controproducente, a noi questo sembra anche un atteggiamento stupido, che è frutto (è sempre spiacevole dirlo) di una malintesa interpretazione dell’ormai logoro motto tasi e tira. (da Alpin fa Grado sez. di Vicenza)

    HAMILTON: UNA CENA FRA PAESANI A gennaio il comitato degli alpini ha fatto una cena alla sede, eravamo in 25 ed è stato proprio bello. Il menu non era importante come lo stare insieme è come se fossimo tutti paesani Purtroppo per vari motivi abbiamo lasciato il paese e ci siamo trovati non solo senza radici ma anche senza un aiuto che ci guidasse per l’avvenire. Rendendoci conto di quanto ci mancava lo spirito del paese, piano piano ce lo siamo rifatto (dal notiziario della Sez. di Hamilton, Ontario)

    CAPORETTO, DRAMMA FIORENTINO I profughi della disfatta vennero ospitati in una città stremata dal razionamento. È stata la più grande migrazione interna. Un esodo di seicentomila civili, in gran parte donne, bambini e anziani che hanno affrontato tre nemici che sembravano invincibili: la paura, la miseria, la fame. Fuggivano dalle loro terre (da La nostra Penna sez. di Firenze)

    CAPORETTO, DI QUA E DI LÀ Ancora oggi, a 90 anni dalla conclusione della Grande Guerra, evocando Caporetto nella vita comune di tutti i giorni si menziona una sconfitta, un disastro o un insuccesso anche personale. Passiamo il confine, in Austria e Germania, ricordando Caporetto si menziona un successo strabiliante, un trionfo. Due modi diversi di interpretare un termine collegato a un avvenimento storico: débâcle per gli italiani, exploit per gli austro ungarici e germanici Tra i testimoni di quei tragici avvenimenti c’era mio nonno Luigi, fante della brigata Lombardia (da L’alpino imolese sez. Bolognese Romagnola)

    ESSERE PRESENTI Penso sia inutile rimarcare l’importanza di non mancare alle iniziative proposte per festeggiare il 50º di costituzione dei nostro Gruppo Alpini di Limbiate . È un’occasione unica il poterci ritrovare assieme per celebrare degnamente questo irripetibile momento nella vita della nostra associazione. Per i più anziani (di vita associativa s’intende) è un momento molto importante per rinsaldare qualche legame che nei corso degli anni si è progressivamente affievolito. Per i più giovani e per i nuovi iscritti, un’opportunità per conoscere più a fondo la famiglia alpina cui hanno aderito e le persone che negli anni ne hanno tracciato il percorso e fatto la storia. (dal Notiziario del gruppo alpini di Limbiate sez. di Milano)