Sfogliando i nostri giornali

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    Dal mese di ottobre L’Alpino ha una nuova rubrica che richiama l’attenzione dei lettori sulla stampa sezionale o dei gruppi presentando brevi, curiosi stralci dei nostri giornali.

    • L’ANGOLO DEL CAPOGRUPPO La mia fortuna è che nel Consiglio ho dei collaboratori che mi sostituiscono in modo perfetto e mi danno la possibilità di seguire sia le esigenze della mia famiglia che gli incarichi che, per la ragione d’essere capogruppo, mi sono affidati Secondo le nostre consuetudini, tramandate dai soci fondatori, l’anno venturo il nostro gruppo dovrebbe festeggiare il suo ottantesimo compleanno. C’è qualche controversia rispetto alle carte che qualcuno esibisce, stiamo dandoci da fare per ricostruire il tutto, siamo certi di riuscire a dimostrare la bontà delle testimonianze . (da Il piccolo alpino di Brinzio sez. Varese)
    • CIMITERO AUSTRO UNGARICO In quattro anni di lavoro una trentina di giovani austriaci guidati da sette adulti hanno restaurato le iscrizioni nel cimitero di guerra austroungarico di Fogliano Redipuglia. Le spese sono state sostenute dalla Reifessenbank, dalla Croce Nera austriaca, dal Jäger Battailon 18 e dalla città di Leoben. (da Sotto il Castello sez. Gorizia)
    • PARLA CAMILLO, UN REDUCE Camillo racconta: Le armi?Sostanzialmente quelle della guerra ’15/’18, per gli ufficiali la classica pistola Beretta, pochissime armi automatiche, il mortaio da ’81 e quello leggero detto rospetto’; i cannoni erano gli Skoda, preda di guerra, sparavano a pochi chilometri; come carri armati avevamo i Balilla , delle scatolette di sardine che i fucili sovietici passavano da parte a parte . (da Naia Scarpona sez. Padova)
    • 1877: NASCE L’ARTIGLIERIA DA MONTAGNA l’uniforme dei montagnini’ era simile a quella dell’artiglieria da campagna (compreso il chepy), che era nero d’inverno e bianco d’estate, anche se il fregio era diverso.Gli artiglieri da montagna furono dotati di cappello alpino solo nel successivo 1910, dopo il cambio delle uniformi. È curioso rilevare che nel 1919, quando nacque l’ANA, gli artiglieri da montagna ne furono esclusi per alcuni anni. Che avessero almeno qualcosa da farsi perdonare ? (da Il Montebaldo sez. Verona)
    • 27 APRILE 1947: RINASCEVA L’ALPINO Un popolo per risorgere ha bisogno di mete ideali e di sentimenti profondi. Per questo L’Alpino , voce delle Penne Nere d’Italia, risorge in queste ore di dolore, ma anche di speranza. Esso dice agli italiani: coraggio, avanti! L’Italia dalle molte vite è ancora in piedi . (da La più Bela Fameja sez. Pordenone)
    • HO STRETTO LA MANO AL PRESIDENTE Il caro amico Stefano (Stefano Duretto, presidente della Sezione di Asti, n.d.r.) mi fece cenno di avvicinarmi e mi presentò al nostro presidente quale capogruppo di Tonco, ed io lo salutai dicendogli: Finalmente ho il piacere di stringerle la mano, signor presidente . Per tutta risposta Perona si rivolse a Duretto con questo affabile rimprovero: Vedo che nonostante le mie ripetute esortazioni, non sei ancora abituato a darmi del tu. Qualunque sia la nostra posizione, dal semplice Alpino al Presidente . E rivolgendosi a me con squisite parole concluse: Non mi dare mai più del lei . Grazie di cuore, Presidente. Ciao. (da Penne Nere Astigiane sez. Asti)