Sfiler la Bandiera di guerra del 3 Alpini

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    A Torino sfilerà la Bandiera di guerra del 3º reggimento Alpini, comandato dal col. Carlo Sardi, scortata da due compagnie. È uno dei reggimenti alpini fra i più impiegati negli ultimi anni, a partire dall’Operazione Mozambico, con il battaglione Susa, fino alle attuali missioni in Afghanistan e dovunque sia stata impegnata all’estero la nostra Forza Armata in missione di pace. Il reggimento nasce il 1º novembre 1882 con sede a Fossano. Quattro anni dopo viene inviato a soccorrere le popolazioni colpite dal terremoto in Calabria e in Sicilia, meritando una medaglia d’Argento di Benemerenza.

    Nella Grande Guerra combatte sull’Isonzo, in Carnia, sull’Adamello e sul Grappa, guadagnando una medaglia d’Argento al Valor Militare. Poi, la campagna d’Etiopia, con il battaglione Exilles e quindi la seconda guerra mondiale, forte di 8 reggimenti prima sul fronte occidentale e quindi in Bosnia Erzegovina, Albania, Montenegro e in Corsica. Sciolto nel ’44, viene ricostituito su base del battaglione Susa, che acquisisce la Bandiera di guerra del reggimento. Il resto è cronaca dei nostri anni, con le esercitazioni in Norvegia, Danimarca, Inghilterra, Spagna, Grecia e Slovenia, rivelandosi come reparto capace di interventi rapidi nell’ambito del comando Nato in Europa. Dopo l’Operazione Mozambico (1993), ha preso parte per vari periodi alle operazioni di peacekeeping in Bosnia Erzegovina e in Kosovo, dal 1997 al 2001.

    Quindi le difficili missioni in Afghanistan, iniziate nel 2002 e proseguite, alternandosi con altri reparti e infine con l’intera brigata Taurinense nell’ottobre dell’anno scorso. Infine, il reggimento, con il battaglione Susa ha partecipato anche alle operazioni Antica Babilonia , in Iraq, nel 2005. Gli alpini che sfileranno a Torino, unitamente alle fanfare della Julia e della Taurinense, saranno circondati dall’affetto non solo dagli alpini in congedo ma da tutta la popolazione. Sono uomini e donne che, all’estero, hanno riscosso e riscuotono tuttora grande ammirazione da parte di tutti i reparti degli altri Paesi nostri partner nelle difficili operazioni per ristabilire in quei territori normali condizioni di vita.

    Pubblicato sul numero di aprile 2011 de L’Alpino.