L'impiego dell'esercito

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    Ancora una volta, troppo spesso ormai negli ultimi mesi il sangue degli alpini viene versato. Mamme, mogli, figli e tutti gli alpini d’Italia piangono i loro Caduti in missione di pace in terre lontane. Non si riesce in fondo a comprendere sino a che punto l’intervento dei nostri soldati contribuisca alla pace di quella regione e alla stabilità a livello mondiale. I nostri soldati dovrebbero anche essere impegnati, con fermezza e decisione in quanto la situazione lo esige, a contrastare in modo efficace il flusso di clandestini. Fermiamoci e togliamoci di dosso il falso buonismo, le prediche della chiesa cattolica, della Caritas, dei centri sociali. I nostri soldati vengano impiegati con risolutezza e precise regole d’ingaggio che permettano di bloccare il flusso di clandestini in acque extraterritoriali anziché scortarli sulle nostre coste.

    Gigi Ferrari Gruppo di Lodi

    Hai le idee chiare. Io un po’ meno. Anche se di molto ridotta la lettera fa comprendere che le tue preoccupazioni sono solo nei confronti dei flussi migratori, non delle ragioni. In Sudafrica ci sono decine di milioni di persone provenienti dai paesi confinanti e nelle principali capitali europee altri milioni di senza dimora e senza un documento d’identità. Pensare di difenderci’ da un fenomeno di dimensioni planetarie con i soldati che bloccano i barconi nel Mediterraneo è nascondere la testa sotto la sabbia. Sono d’accordo con te invece nel non considerare l’impiego dell’esercito solo in funzione della politica estera.

    Pubblicato sul numero di aprile 2011 de L’Alpino.