Ricominciare a volare

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    Torino, prima capitale di una patria desiderata . Era la vigilia dei moti rivoltosi che furono l’anticamera delle guerre d’indipendenza e il tappeto rosso per l’avvento del Regno d’Italia. Torino, già a quell’epoca, indossava gli abiti usati della rivoluzione, possedeva il suo raffinato palazzo reale, le vie ampie e regolari punteggiate da grandi alberi verdi e tanta, tanta gente che per strada misurava il tempo giusto per fare la storia. Ma le più grandi distrazioni le offrivano i torinesi coi loro discorsi sobri, incisivi, a gente comune stanca di avere in casa invasori di lingue miste e di vedere una borghesia diventare ricca in poco tempo, a scapito di un popolo sempre più esiliato dalla vita sociale. Così si preparava la marcia capeggiata da Santorre di Santarosa, che avrebbe ottenuto la costituzione democratica all’interno del regno di Sardegna e da quel momento scritto pagine vigorose di un Paese che, da sud a nord, sembrava destinato ad unirsi. Ricominciare a volare è possibile.

    Giancarlo Napolitano

    Ricominciare a volare. Da decenni siamo impantanati in un groviglio di interessi, sempre più forti e privi di remore morali, che mortifica intere generazioni. Difficile andare oltre la quotidianità e il proprio orticello. I sogni dei nostri padri sembrano sbiadirsi nel tempo, eppure sono quelli che hanno fatto crescere un’identità desiderata . Oggi non sono pochi quelli che operano per farla diventare identità negata . È facile quando si parla di ideali cadere nella retorica o nei luoghi comuni. L’Italia e gli italiani sono cambiati profondamente in 150 anni di unità. In meglio e in peggio. Miserie ne abbiamo accumulate nel corso della storia, una buona dose ne stiamo aggiungendo ora. Eppure voglio credere, è necessario credere che non siamo eredi snaturati di un grande passato. Basterebbe che cessasse lo stordimento mediatico orchestrato per finalità assolutamente non nobili per scoprire un’Italia di cui ci si può non vergognare.

    Pubblicato sul numero di dicembre 2010 de L’Alpino.