Quelle regole valgono ancora

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    Quando, novant’anni fa, i reduci fondarono l’Associazione Nazionale Alpini lo fecero, anche, fissando le regole di appartenenza. Erano regole semplici ma sufficienti: chi si impegnava a far parte dell’Associazione doveva essere un alpino. Era l’unica condizione, perché non servivano altri titoli, né faceva merito particolare la condizione sociale. Alpino bastava: voleva dire tutto, condizionava i rapporti, ogni azione, la vita.

    Per gli alpini quelle regole valgono ancora, anche in un momento storico in cui sembra che ciascuno, in una società sempre in corsa, le regole se le faccia da sé: fare soldi, sopravanzare sugli altri, acquisire potere e successo. Meglio subito che dopo. E sono regole che hanno un fascino particolare anche sui giovani.

    Non è dunque un caso che il nostro convegno della stampa alpina abbia avuto come motivo dominante proprio le regole, anzi, il rispetto delle regole, lasciando in secondo piano il tema dello stesso convegno: la stampa alpina, una voce, una vetrina. Anche se non è certo di trascurabile importanza che i nostri giornali di sezione e di gruppo siano in sintonia con la linea associativa visto che raramente, ma accade è in agguato la tentazione di trasformare la testata proprietà di chi scrive trascurando così i lettori, che ne sono destinatari e padroni.

    Che ci sia quasi il desiderio di primeggiare nel coro, con voce non sempre intonata. La nostra stampa ha una invidiabile caratteristica: è libera, non ha finanziatori che ne determinano la tendenza, non ha sovvenzioni occulte. Ma, nel contempo, è la voce e la vetrina di un’Associazione d’Arma che ha regole scritte dai nostri Padri, che sono quelle che hanno fatto e mantenuto grande nel tempo la nostra Associazione.

    Se c’è, dunque, un leitmotiv del nostro recente Convegno è proprio questo richiamo alle regole, una richiesta di mantenerci sul sentiero della nostra storia. Che non significa non avere idee innovative e non poterle liberamente esprimere in una dialettica indispensabile alla vitalità stessa dell’Associazione. Un richiamo certamente condizionato dalla suggestione del grande evento ormai alle porte: l’adunata nazionale a Bassano del Grappa, una città simbolo delle celebrazioni per il 90º della fine della Grande Guerra che si concluderanno in novembre a Trento.

    Sono celebrazioni che ci riconducono a coloro che all’indomani dell’immane tragedia del conflitto hanno sentito il bisogno di tornare sulle trincee dell’Ortigara, per esorcizzare la guerra e rinsaldare l’amicizia fra gli alpini, la solidarietà verso il prossimo.

    In un momento in cui si lamenta una caduta di valori nella società, nella politica, soprattutto nei giovani e in cui l’Italia mantiene a fatica il passo con l’Europa, non è certo casuale che gli alpini siano tornati con l’Adunata nazionale sull’Ortigara, così come ora sono rivolti al Grappa con l’adunata a Bassano. E fra Asiago e Bassano c’è stata Cuneo, che ci ricorda la divisione martire Cuneense. Come se, di tanto in tanto, tutti sentissero il bisogno di fare un bagno nella storia per riprendere forza e andare avanti. Con le regole che ci hanno lasciato i nostri Padri.