Povoletto: gli alpini costruiscono un ospedale a Maigaro (Africa)

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    L’idea era di finanziare la realizzazione di un pozzo per attingere l’acqua, poi è diventato un dispensario sanitario e alla fine abbiamo artcostruito un intero ospedale! : così racconta il capogruppo Giancarlo Ballico, che con le 60 penne nere di Povoletto è riuscito a raccogliere 23mila euro. Tutto iniziò, nel 2001, quando gli alpini di Povoletto, si rivolsero alle suore francescane missionarie dell’ordine del Sacro Cuore di Gemona del Friuli che operano in Africa. Erano intenzionati a costruire un pozzo nella missione di Maigaro, nei pressi della città di Bouar, nella Repubblica Centroafricana.

    Il pozzo c’era già e allora le religiose chiesero di poter avviare un’iniziativa sanitaria, indispensabile in quel vasto territorio. L’iniziale perplessità delle penne nere è stata fugata dalle religiose: Degli alpini si fidano tutti, perché sanno che operano con generosità e senza interesse, se non quello di essere utili . Così, lanciata la sottoscrizione del Progetto Gruppo ANA Africa , si mobilitarono i gruppi alpini delle sei frazioni di Povoletto e della sezione di Cividale e di Gemona, volontari (medici e infermieri) di Treviso, Padova e Genova, associazioni varie del paese e dell’intera Regione Friuli Venezia Giulia, dal gruppo ciclisti ai filarmonici, dal Comune di Povoletto al CrediFriuli, alle scuole e tanti altri ancora che hanno fatto un piccolo universo di solidarietà.

    Alla fine, agli iniziali 23mila euro raccolti dagli alpini ne sono stati aggiunti altri 800 mila. Quasi un miracolo, che ha permesso di costruire un moderno ospedale, cui farà seguito un asilo e una scuola professionale per ragazze. L’ospedale è già operativo, con medici che vengono volontari dall’Italia per turni di tre mesi. L’ospedale che si chiama Centre de Santé de Maigaro è stato costruito in due anni da volontari italiani e da personale del posto e occupa una superficie di 2.750 metri quadri (di cui circa 1.800 al coperto).

    Il centro, utilizzato per la prima accoglienza sanitaria, per la prevenzione e la vaccinazione, ha la possibilità di ricoverare fino a 100 pazienti ed è dotato di ambulatori, compresa una sala parto, una sala sterile, un laboratorio, una farmacia, un’area di isolamento infettivi, oltre ai magazzini e ai locali di servizio e per il personale. È dotato anche di un pozzo, un serbatoio per l’acqua e di un gruppo elettrogeno.

    Qualche curiosità. Fra le donazioni, 50mila euro di un semplice cittadino per onorare la memoria della moglie, 10 euro di un pensionato e una betoniera, inviata da un imprenditore friulano per consentire di lavorare ai giovani del luogo che, avendo appreso dagli alpini il mestiere di muratori costruendo l’ospedale, hanno fondato una cooperativa e adesso costruiscono case per i residenti.

    Pubblicato sul numero di settembre 2009 de L’Alpino.