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Inizio a portar la penna nel 1937 da allievo ufficiale. A Bassano del Grappa appresi il “brusca e striglia” trattando il mulo con affetto, sapendolo animale intelligente, ottenendone uguale sentimento. Volontario di guerra, nel 1940 in Grecia-Albania, col btg. Gemona, 8° reg. Julia, sino alla fine del 1941 si ebbe il periodo più cruciale di tutta la guerra, incluso il fronte russo!
Benvenuti, wilkommen, benvegnui!, ha esordito il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli dando il benvenuto ai giornalisti e agli ospiti in italiano, tedesco e ladino, “per ribadire che in quest’aula si parlano normalmente più lingue che sono nella consuetudine di questa provincia”, aprendo la conferenza stampa dell’Adunata nella storica sala del Consiglio della città. Alle pareti le severe figure dei borgomastri, testimoni di secoli di storia di questa “terra di mezzo”, come un tempo veniva chiamato il Sudtirolo. Al tavolo normalmente riservato alla presidenza del Consiglio, accanto al sindaco sedevano il nostro presidente nazionale Corrado Perona, il presidente della Provincia Luis Durnwalder, il comandante delle Truppe alpine gen. C.A. Alberto Primicerj e Vittorio Brunello, direttore de L’Alpino.
In merito a quanto scritto dal socio Albino Porro di Asti: “Ma ne valeva la pena?” su L’Alpino di aprile, vorrei esprimere la mia opinione. Albino fa riferimento a coloro che hanno lottato e combattuto, anche immolando la propria vita per una “Italia libera e giusta”. Ebbene io penso che “ne sia valsa la pena”, perché quei combattenti hanno creduto negli ideali, nei valori, in una “Italia libera e giusta”.
La visita del capo di Stato Maggiore dell’Esercito gen. Claudio Graziano al comando del Corpo d’Armata di reazione rapida della Nato, con sede alla caserma “Ugo Mara” di Solbiate Olona (Varese) e comandato dal gen. C.A. Giorgio Battisti, è stata l’occasione per fare il punto sulla trasformazione in atto nell’Esercito. Trasformazione che porterà, fra l’altro, a una riduzione della forza complessiva, che sarà più snella ma in grado di affrontare meglio i compiti richiesti ad un esercito moderno, impiegabile nelle diverse missioni all’estero. Nella circostanza della visita del gen. Graziano è stato inaugurato anche un monumento ai Caduti di tutte le guerre, donato dagli alpini di Varese nell’80° di costituzione della loro sezione, presieduta da Francesco Bertolasi.
Gli alpini del gruppo Romania (sezione Balcanica-Carpatica-Danubiana) hanno partecipato all’inaugurazione della Biblioteca Nazionale della Romania di Bucarest, dove le penne nere hanno allestito uno stand con alcuni volumi di letteratura alpina.
Nella nostra serie dedicata ai musei ben s’inserisce questo che è tra i più significativi e completi. Non espone cimeli, divise, armi, ma riguarda i luoghi in cui vissero, combatterono e morirono tanti nostri soldati in quella guerra di trincee e di mine che spesso si rivelò, in montagna, non meno cruenta di quella di pianura. Ecco dunque questa testimonianza recuperata con il lavoro di tanti volontari alpini “per non dimenticare”.
Al Camp “Arena” di Herat, sede del Comando NATO a guida italiana su base della brigata “Sassari”, è stato inaugurato il mese scorso un monumento dedicato al 1° maresciallo Mauro Gigli, del 32° reggimento genio alpino di Torino e al caporalmaggiore capo Pier Davide De Cillis, del 21° reggimento Genio di Caserta. I due militari erano parte del Team incaricato della bonifica di ordigni improvvisati: il 28 luglio 2010 uno di questi esplose mentre stavano neutralizzandolo, ferendo anche il capitano Federica Luciani, del 2° reggimento Genio Pontieri di Piacenza.
Raccontare il grande intervento dei volontari alpini e dell’Associazione in Abruzzo, colpito dal tremendo terremoto del 6 aprile 2009: è nata così l’idea di “Cuore alpino per l’Abruzzo”, un libro autentico in cui a narrare sono quanti hanno collaborato nei progetti e nell’organizzazione, dove è dato spazio anche ai racconti più genuini dei molti volontari alpini in aiuto alla popolazione che in pochi istanti ha visto drammaticamente cambiare la propria vita.
Mio padre, Giuseppe Bianchini (indicato dalla freccia nella foto sotto), nato a Misano Adriatico il 19 agosto 1915, nel maggio del 1942 era sottotenente veterinario nel battaglione Feltre. Oggi abita ancora nella casa dove è nato, in via Scacciano, 46. È assai fiero di essere alpino.
Si è realizzato il desiderio di Ornello Capannolo di continuare a tenenere i contatti con gli alpini che hanno svolto servizio con vari incarichi presso la Sede Nazionale (presidenti, consiglieri e revisori dei conti nazionali, direttori de L’Alpino). All'incontro avvenuto nei giorni 31 marzo e 1° aprile a Sirmione, c’erano circa quaranta persone provenienti da varie località d’Italia. Era presente il presidente emerito Beppe Parazzini che durante la cena ha manifestato apprezzamento per questa iniziativa che si ripeterà il prossimo anno, e il vice presidente nazionale in carica Luigi Bertino che ha portato il saluto del presidente nazionale Perona e di tutto il CDN.
È stata ritrovata per caso da alcuni cacciatori in zona Corna Calda (Rovereto) la lapide eretta nel luogo dove morì in combattimento il sottotenente Giuseppe Degol, a cui è intitolato il gruppo di Strigno, sezione di Trento. L’iscrizione recita: “14 novembre 1914. Qui cadde combattendo per l’Italia il volontario Trentino Degol Giuseppe, sottotenente 6° Alpini nato a Strigno il XXX-VIIIMCCMXXCII. La legione Trentina pose”. Il Comune di Strigno nel 1957 aveva intitolato al sottotenente Degol la caserma che ha ospitato per cinque anni il gruppo artiglieria da montagna “Pieve di Cadore”.
Anche se il singolo alpino, in quanto cittadino, ha un suo proprio orientamento politico, l’ANA è per suo statuto apartitica. Purtroppo c’è ancora chi considera gli alpini un ricco bacino elettorale; figure politiche e della Pubblica Amministrazione si propongono a volte come sostenitori e “santi patroni” degli alpini, sicuri che in futuro questi gli dimostreranno la dovuta gratitudine.