Trincee e caverne: i segni della Grande Guerra

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    Nella nostra serie dedicata ai musei ben s’inserisce questo che è tra i più significativi e completi. Non espone cimeli, divise, armi, ma riguarda i luoghi in cui vissero, combatterono e morirono tanti nostri soldati in quella guerra di trincee e di mine che spesso si rivelò, in montagna, non meno cruenta di quella di pianura. Ecco dunque questa testimonianza recuperata con il lavoro di tanti volontari alpini “per non dimenticare”.

     

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    Monte Grappa, Asolone, Col Beretta, Valle Santa Felicita, Col Campeggia, Ponte San Lorenzo, località storiche che ai più forse ricordano poco o nulla della nostra storia ma se potessimo parlare con i nostri veci che sono andati avanti ci racconterebbero fatti o aneddoti che non potremmo più dimenticare; ed è per questo che circa 10 anni or sono è nata l’Associazione Musei all’Aperto che si prefigge di ripristinare e conservare i luoghi dove si svolsero cruente battaglie che portarono alla vittoria e all’unificazione del Triveneto all’Italia con la Grande Guerra. Volontari della Protezione civile ANA di varie sezioni di Milano, Parma, Reggio Emilia, Venezia, si sono alternati, coadiuvati da volontari dell’Associazione Nazionale del Fante delle province di Treviso e Vicenza, su quei contrafforti per ripristinare camminamenti, postazioni di artiglieria o fucilieri, rifugi e gallerie ed alla fine la costanza dei volontari ha sicuramente dato i suoi frutti.

    Ad oggi è stata ristrutturata la Casara Andreon, già sede del comando; è stata riaperta e messa in sicurezza la galleria che collegava la Casara stessa con la baracca dell’ufficiale di puntamento, con asportazione di sassi e terra per uno spessore di circa 60 centimetri per una lunghezza di 60 metri; sono state riaperte varie gallerie che servivano come deposito di munizioni, postazioni di obici e mitragliatrici con relative riservette, inoltre è stata pulita e messa in sicurezza, mediante costruzione di parapetto, la vecchia cisterna dell’acqua potabile, e sono stati ricostruiti i muri a secco, residui di alloggiamenti.

    Tutto questo in località Campo Solagna, Casara Andreon. Sul Colle Campeggia e Valle Santa Felicita sono state pulite e rese percorribili trincee e postazioni difensive, inoltre è stato rinvenuto e bonificato mediante asportazione di vari metri cubi di sassi e rocce, un sito composto da sette gallerie collegate tra loro, dove si trovava il comando del 139° Reggimento della brigata Bari, di cui è ancora visibile la scritta identificativa. Poco lontano da questo luogo e lungo la trincea di collegamento, in località Sasso del Giro (o Sass del Gir), è stata scoperta una cisterna per l’acqua potabile costruita e murata nella roccia; sono evidenti alla base della stessa un grosso blocco di cemento con infissi i resti di bulloni di ancoraggio.

    Da ricerche effettuate si è appurato che vi era stata posta una grossa pompa diesel per attingere acqua da Romano d’Ezzelino, chiaramente in più mandate. Una particolarità è emersa nel ripristinare le gallerie: togliendo i sassi caduti e utilizzandoli per mettere in sicurezza parapetti o muretti a secco nelle varie postazioni, si è notato che in alcuni tratti di galleria, in particolar modo all’imbocco, la roccia era più scura. Da ricerche effettuate e da informazioni ricevute è emerso che ciò è dovuto al fatto che in alcuni casi lo scavo avveniva utilizzando il fuoco: veniva cioè acceso un fuoco davanti alla parete rocciosa e quando questa era caldissima veniva irrorata con acqua, l’escursione termica provocava lo scoppio e lo sgretolamento della roccia.

    Sistema oltremodo arcaico e pericoloso, che richiedeva una grande quantità di legna e acqua e perciò poco usato. Le zone sin qui descritte erano l’ultimo baluardo difensivo di Cima Grappa, tanto che Ponte San Lorenzo, dove si trova il cippo commemorativo dove venne fermata l’avanzata austriaca, è a circa due chilometri di distanza. Camminando per quei boschi ed osservando i resti di ciò che rimane ci si rende conto degli enormi sacrifici fatti dai nostri soldati; dei patimenti per il freddo e la fatica sopportati per costruire rifugi che ancor oggi si riconoscono nonostante la natura abbia avuto il sopravvento.

    “Per non dimenticare”, cita un nostro motto e per non dimenticare sono state intitolate varie postazioni a ricordo di soldati Caduti su questi contrafforti e decorati con Medaglia d’Oro. L’Associazione Musei all’Aperto, supportata da tanti volontari, si sta impegnando per poter conservare e tramandare ai posteri memorie gloriose, ma per poter continuare in questo grosso lavoro c’è bisogno di tanti volontari e anche di qualche contributo. Perciò, per chiunque volesse partecipare ai lavori, la sede dell’associazione è presso il gruppo alpini di Romano d’Ezzelino, Piazzale della Chiesa 6, e-mail: unucibassano@libero.it

    Inoltre, per chiunque volesse visitare i luoghi descritti, il Gruppo ANA può mettere a disposizione, in Casara Andreon, 20 posti letto con disponibilità di cucina. Per inciso, nell’anno 2011, ben 50 scolaresche hanno visitato il museo all’aperto.

    Espero Carraro
    P.C. gruppo di Bresso (Milano)