Bruno Riosa, tenente del gruppo «Bergamo», 2° artiglieria alpina reduce di Russia, fra un combattimento e un brivido di freddo, un pasto saltato e uno sguardo ai reticolati del lager, da quel sensibilissimo artista che è, ha colto particolari momenti e spunti del periodo che va dal 1942 al ritorno dalla prigionia. Il tratto, eseguito con la matita, spesso dice molto più d’uno scritto e rende con immediatezza situazioni, eventi o personaggi che risorgono dalla memoria. Proprio «per non dimenticare», come è scritto nella colonna dell’«Ortigara», perché il passato non sia un rancore ma uno stimolo per l’avvenire. Anche perché l’umanità non sia più offesa nella sua dignità dagli orrori della guerra. Ma non può essere soltanto una pia speranza: dobbiamo mettere in condizione che a nessuno convenga fare la guerra. Perciò siamo grati a Bruno Riosa, come lo fummo quando affrescò alcune pareti della sede della Sezione di Milano, fissando anche su quei muri la sua emozione di artista e di alpino.