Sarà l’incontro di gente di montagna

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    Benvenuti, wilkommen, benvegnui!, ha esordito il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli dando il benvenuto ai giornalisti e agli ospiti in italiano, tedesco e ladino, “per ribadire che in quest’aula si parlano normalmente più lingue che sono nella consuetudine di questa provincia”, aprendo la conferenza stampa dell’Adunata nella storica sala del Consiglio della città. Alle pareti le severe figure dei borgomastri, testimoni di secoli di storia di questa “terra di mezzo”, come un tempo veniva chiamato il Sudtirolo. Al tavolo normalmente riservato alla presidenza del Consiglio, accanto al sindaco sedevano il nostro presidente nazionale Corrado Perona, il presidente della Provincia Luis Durnwalder, il comandante delle Truppe alpine gen. C.A. Alberto Primicerj e Vittorio Brunello, direttore de L’Alpino.

    Concluso il breve saluto Spagnolli ha subito ceduto la parola a Vittorio Brunello “stimato direttore de L’Alpino”, che ha svolto la funzione di moderatore della conferenza. Brunello ha spiegato che è consuetudine nei nostri incontri andare con la memoria a tutti coloro che, indipendentemente dalla bandiera che servivano, sono Caduti per la Patria, ed ha chiesto e ottenuto un minuto di silenzio per onorarli. “Non esiste al mondo un fenomeno come quello dell’Adunata degli alpini”, ha quindi continuato – fenomeno che muove tre-quattrocentomila persone” ed è incentrato sul principio della fraternità e del servizio militare che ci ha lasciato un segno. Per questo ogni anno ci incontriamo, senza inviti, con solo un programma che viene diffuso dalla nostra stampa alpina”.

    A proposito di stampa alpina, il direttore Brunello ha ringraziato la dott.ssa Roberta Agosti, direttrice dell’Azienda di Soggiorno e Turismo, “per l’apprezzata e intelligente collaborazione sia con la stesura degli articoli su L’Alpino relativi alla città e alla Provincia di Bolzano, che per la perfetta organizzazione della conferenza stampa”. Ed ha spiegato come viene stabilita la città che ospita l’Adunata, scelta dal consiglio nazionale sulla base delle candidature presentate dai quattro raggruppamenti.

    L’Adunata è stata assegnata a Bolzano perché quest’anno ricorre il 140° di fondazione delle Truppe alpine e Bolzano ne ospita il Comando, perché l’Adunata mancava dal 1949 ed è stata fortemente voluta dagli alpini della sezione presieduti da Ferdinando Scafariello. E proprio un emozionato Scafariello ha dato quindi il saluto ai giornalisti convenuti, riconoscendo “il grande aiuto avuto dalle istituzioni locali, dal Comune, dalla Provincia autonoma e dall’Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano, senza i quali non sarebbe stato possibile organizzare l’Adunata”. Ha rimarcato che il Comitato presieduto dal consigliere nazionale Nino Geronazzo sta rispettando i tempi, ed ha concluso augurandosi la buona riuscita di questa grande festa.

    Il presidente Durnwalder ha ricordato la richiesta avanzata dalla Sezione nel 2009 e la decisione di spostare la data perché quell’anno ricorrevano i 200 anni della rivolta dell’eroe sudtirolese Andreas Hofer, fucilato dagli austriaci a Mantova per ordine di Napoleone. “Abbiamo detto subito di sì, quando ci è stata chiesta l’anno dopo anche perché molti altoatesini hanno fatto il servizio militare in questa provincia e moltissimi alpini hanno trascorso qui il loro periodo di leva. È ovvio, quindi che tutti questi vorranno tornare indietro, rivedere gli amici e le località: per molti sarà una sorpresa perché molti vedranno un altro Sudtirolo, non più quello di allora, che era molto povero. Ora l’Alto Adige è diventato una provincia ricca, con solo il 3 per cento di disoccupazione, il pil più alto, abbiamo un certo benessere pur avendo conservato la nostra specificità, e tutelato l’ambiente. Vedranno che anche la mentalità degli anni sessanta-settanta è cambiata, il nostro gruppo linguistico tedesco e ladino era chiuso. Adesso l’autonomia ci ha portato una certa garanzia sulla base dell’articolo 6 della Costituzione italiana secondo il quale la tutela delle minoranze è un interesse nazionale.

    Ora – ha continuato Durnwalder – la paura dell’accerchiamento non c’è più, come non ci sono più le tensioni. Siamo più aperti, anche nei riguardi dell’Europa. La stessa diffidenza fra i gruppi linguistici è sparita. In questa provincia – una piccola Europa – si dimostra che tre gruppi linguistici diversi per lingua, costumi, caratteri possono convivere pacificamente. Abbiamo la possibilità di presentarci così, con le nostre bellezze naturali, culturali e i nostri prodotti tipici. Dovremmo farne uso, invece che seminare discordia, essere felici di vivere oggi in questa Europa, di stare insieme”. Infine un appello: “Ai nostri, perché dimostrino di essere maturi ed europei, perché si possono mantenere i propri caratteri e la propria cultura senza temere il dialogo con altri, e a chi viene in questa nostra bellissima provincia di non farne un abuso. Siamo tutti felici di stare insieme in questa provincia autonoma ben amministrata, credo che potrebbe essere un esempio per tutte le altre province. Se tutti la vediamo così, allora l’incontro potrà essere un reciproco arricchimento”. Per inciso: il presidente ha dichiarato al quotidiano “Alto Adige” che all’Adunata, in tribuna d’onore, ci sarà: “Perché, avevate dei dubbi? Magari non ci starò tutto il giorno, ma almeno qualche ora sì”.

    C’è poi stato un simpatico scambio di battute fra Durnwalder e il sindaco Spagnolli sul tema della buona amministrazione di questa terra e di quanti governano la cosa pubblica, ma anche – ha precisato il sindaco – per merito di questo Paese, dell’Italia, che ci ha lasciati liberi di sviluppare la nostra autonomia. L’Adunata degli alpini è un’occasione unica al mondo. È una festa italiana, ma non è una festa che vuole imporre un qualcosa: questa è una terra in cui vive una popolazione plurilingue che si è fatta da sé e grazie all’Italia ha potuto trovare una collocazione tra le prime regioni d’Europa. Daremo dimostrazione che possiamo accogliere centinaia di migliaia di persone, perché è una terra di incontro da secoli, dove gli alpini, che hanno dato tanto anche a questa terra porteranno i loro valori”.

    Il direttore de L’Alpino Brunello ha sottolineato l’importanza delle parole del presidente della Provincia e del sindaco “perché coincidono esattamente con la linea dell’Associazione Nazionale Alpini nella scelta della città per l’85ª Adunata; parole importanti perché corrispondono esattamente alla linea de L’Alpino che abbiamo sempre mantenuto nel qualificare questa Adunata all’insegna della fraternità della gente di montagna. E questa sintonia da parte delle massime autorità della città e della Provincia ci carica di responsabilità, perché sappiamo che una grande massa di persone può arrecare qualche disagio alla popolazione della città, ma consideriamo l’Adunata all’insegna della fraternità dell’uomo con l’uomo, di uomini di montagna che si capiscono in una provincia davvero splendida.

    La sensibilità delle aree geografiche è patrimonio degli alpini. Noi difendiamo la nostra identità montana e siamo contenti di aver sentito dal presidente Durnwalder e dal sindaco Spagnolli le parole che anche noi abbiamo sempre detto”. “È questo un evento che resterà a lungo nella storia di questa città – ha esordito il gen. Primicerj – Capisco che una massiccia presenza di persone possa impressionare, ma è un evento da vivere, in cui gli alpini devono stare insieme alla popolazione perché è una festa di tutti, a prescindere dalla lingua che si parla. Del resto, ricordo che quando c’era la leva e gli alpini erano di lingua italiana, tedesca e ladina stavano bene tutti insieme.

    Noi sentiamo particolarmente questa festa, perché a Bolzano c’è il comando delle Truppe alpine dal 1952 ed è una festa anche per noi. Ci saranno anche dei momenti ufficiali in cui viene messa in risalto anche la presenza degli alpini in uniforme che nell’associazione alpini rappresentano una presenza unica”. Ed ha parlato dell’alzabandiera di venerdì mattina, dell’inaugurazione della Cittadella degli Alpini e dell’arrivo la sera di venerdì della Bandiera di guerra che sfilerà dalla sede del Comando al Municipio.

    Infine, la domenica, l’apertura della sfilata con la Bandiera di guerra del 6° scortata da tre compagnie, del 6°, del 24° di Merano e del 2° Trasmissioni. Auguro a tutti di vivere queste giornate nelle spirito giusto e ringrazio per il supporto datoci dalla Provincia e dalla città”. Ha chiuso gli interventi il nostro presidente nazionale Corrado Perona. Dopo i saluti di rito, Perona ha rivolto un particolare saluto ai tanti giornalisti e li ha ringraziati per la presenza a questa che è un’anteprima dell’Adunata.” Bolzano, dopo il 1949: un salto di tanti anni – ha detto Perona – trascorsi nel procedere di questa terra, come ha detto il presidente Durnwalder”. Ed ha ricordato il proprio servizio militare assieme a tanti figli di questa terra “che si chiamavano Vinatzer, Kiem, Gruber, che ricordo con particolare affetto perché abbiamo camminato insieme”. Ha rimarcato le “strade parallele” degli alpini in armi e in congedo. “A Bolzano, dunque. Per una rivalsa ha detto qualcuno. No, no, gli alpini non hanno rivalse, e mi hanno fatto piacere le parole del sindaco e del presidente Durnwalder perché siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Siamo venuti qui per la nostra festa perché la sezione di Bolzano voleva ripetere questa esperienza dopo tanti anni, per una festa alla quale partecipano alpini che vengono anche da ogni parte del mondo”. Ed ha dato atto al Comune e alla Provincia per l’aiuto e la collaborazione: “Abbiamo trovato una porta aperta”.

    Ha quindi letto lo slogan dell’Adunata, che parla di solidarietà e responsabilità per una Patria migliore, temi particolarmente centrati sul difficile momento che il Paese sta attraversando”. E quindi è significativo che l’invito alla responsabilità venga dagli alpini, abituati a non ricevere sussidi ma ad entrare con dignità dove ci presentiamo, conservando una dirittura morale che dev’essere di esempio di quello che abbiamo imparato facendo il militare e in questa Associazione. Quindi l’Adunata è un momento che unisce e ci fa riflettere.

    Questo mese di maggio sarà importante per la vita associativa. Il 19 consegneremo la “casa per Luca”, il giovane alpino rimasto paralizzato in un attentato in Afghanistan. A fine maggio ci sarà infine l’assemblea dei delegati che è l’organismo principale. In quattro anni abbiamo raccolto 4 milioni di euro: tre e qualcosa li abbiamo spesi in Abruzzo dove abbiamo costruito 33 case e una chiesa, altri per la casa per Luca. Ecco la solidarietà”. E rivolgendosi a Durnwalder: “Presidente, lei ha parlato degli anni Sessanta e delle condizioni di disagio in cui si trovava la sua provincia. Ma avevate una grande ricchezza: una montagna splendida, unica al mondo. Questo arco alpino e la dorsale appenninica devono unire gli uomini. In montagna non c’è fango, diceva uno striscione. Forse ad elevarvi è stata proprio la montagna, perché guardando in alto si guarda il cielo, si guarda alla speranza. Buona Adunata a tutti”.

    Giangaspare Basile