Note lunghe oltre mezzo secolo

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    Fanfara alpina Alto Lario.

    Stare insieme con semplicità, spirito leale e generoso , sono questi i valori primari che la fanfara alpina Alto Lario sente di trasmettere quando nelle strade intona la sua musica. Nata nel 1950, la fanfara fu costituita inizialmente da un connubio promosso da Luciano Tunesi tra il Gruppo Ana di Domaso e il corpo musicale Santa Cecilia in occasione dell’adunata nazionale. I primi componenti furono il maestro Battista Manfredi, che ne divenne direttore, il maestro Francesco Mancini, Francesco Conca, Carlo Soggetti e il giovane Mariano Stella.

    Questo primo nucleo utilizzò i libretti musicali del maestro Prina di Bellano, con gli arrangiamenti di canti alpini e della montagna, e si diede come divisa il tradizionale cappello alpino e la blusa verde. Di quella stagione un ricordo indelebile rimane la presenza della fanfara all’inaugurazione della statua della Madonna d’Europa a Motta di Campodolcino, nello splendido paesaggio della Val Gardena.

    La grande statua ricoperta d’oro (13,50 metri), che sorge al centro del bacino idrografico europeo, fu donata da tutti gli Stati europei e oggi il centro internazionale a lei dedicato è sede di convegni sulla pace e l’ecumenismo. Quando il maestro Manfredi lasciò la direzione per motivi di salute, fu il maestro Francesco Mancini a prendere la guida del complesso.

    Con lui fu eletto presidente l’attivo Olgo Rota, che divenne l’anima del corpo musicale, coinvolgendo il gruppo in diverse iniziative in tutta Italia. La fanfara ampliò così il suo repertorio con canzoni in voga ed eseguite senza partitura, ma grazie alla sola bravura dei musicisti. Da qualche anno la direzione è passata a Mariano Stella, l’unico componente presente fin dalla prima fondazione.

    Oggi la fanfara partecipa, oltre all’adunata nazionale con il Gruppo di Colico, alle feste dei gruppi delle province di Como, Lecco, Sondrio e in queste occasioni ha avuto modo di attirare l’interesse di tanti giovani che si sono uniti alla banda con i loro strumenti musicali. Tra le ultime esperienze merita di essere rivissuta la visita, avvenuta il giugno scorso, ai campi di sterminio di Dachau, in Germania e Mauthausen, in Austria. In quell’occasione gli alpini, il sindaco di Dongo e il parroco di Cremia, dopo la messa a Mauthausen, hanno deposto una targa al monumento dei martiri presso il muro della vergogna sulle note del silenzio. (v.f.)