Noi ci siamo!

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    Accanto a me, sull’aereo che mi portava in Australia dove avrei incontrato i presidenti di quelle Sezioni, c’era un giovane lombardo che mi ha raccontato di aver lasciato l’Italia per andare a cercare lavoro in questo paese a 24 ore di volo da casa. Aveva il visto d’ingresso, sperava poi nella fortuna. Secondo i dati forniti dal presidente delle associazioni italiane costituite nel Western Australia solo quest’anno sono arrivati migliaia di giovani italiani, molti con il visto turistico ma in effetti per rimanere.

    Sono giovani che dovrebbero costruire l’Italia di domani e invece se ne vanno lontano per cercare lavoro, crearsi una vita e avere un futuro: per noi è più d’un segnale di allarme, è il segno che siamo un Paese in sofferenza. Senza contare i tanti giovani ricercatori e scienziati – eccellenze in ogni campo delle quali ci priviamo – che lasciano l’Italia perché lo Stato non li mette in condizione di continuare i loro studi e la loro ricerca. È una constatazione che mi ha fatto considerare quanto stiamo perdendo in termini di investimento sul futuro, di possibilità di ricambio generazionale, e perfino di egoismo, perché per sfruttare le proprie rendite di posizione contro il futuro che avanza, si preclude a tanti giovani la possibilità di far salire l’Italia dal fondo delle statistiche internazionali che ci mortificano.

    Di riflesso, ci viene spontaneo pensare alla nostra Associazione che non ha più il contributo del tempo della leva obbligatoria. Ma noi abbiamo ancora la possibilità, direi il dovere di avvicinare i giovani al nostro mondo perché abbiamo tante motivazioni per dar loro fiducia attraverso concetti che sono il senso di appartenenza, di serietà, del dovere, di amor di Patria, del rispetto degli altri che costituiscono comunque la base di un giovane. Se un giovane è sconcertato da una società che lo esclude o gli impedisce di realizzarsi noi dobbiamo fornirgli almeno l’opportunità di trovare un appoggio morale e motivazioni che possano dargli speranza e sicurezza. Dobbiamo prenderli per mano e indicare loro la luce che hanno davanti, non il buio.

    Il giovane ha bisogno di credere in qualcosa, perché delusioni ne ha avute fin troppe, deve avere dei punti di riferimento certi. Noi li vediamo, quelli che stanno con noi anche solo per due o tre settimane al termine delle quali sono entusiasti di ciò che hanno provato e trovato, anche in loro stessi. Perché sono stati investiti di responsabilità, li abbiamo aiutati a crescere e hanno scoperto potenzialità insospettate. Quel cappello che è stato loro dato non ha lo stesso valore del nostro ma è bastato a dare loro l’orgoglio di averci provato. Mi sento a disagio nell’esprimervi queste mie preoccupazioni in questo che per tradizione è il mio messaggio augurale di fine anno, ma è anche una indicazione che lascio all’Associazione pensando che a maggio scadrà il mio mandato di presidente.

    Veniamo da un anno pieno di attività e di iniziative, concluso con adunate di raggruppamento che sono state favolose, di grande partecipazione, che hanno evidenziato un’Associazione forte e vitale. Per non dire dell’Adunata di Bolzano, che è stata al di sopra di ogni aspettativa e ha lasciato uno splendido ricordo nella gente. Un anno che ci ha visti coinvolti massicciamente nei soccorsi per il terremoto in Emilia Romagna con i campi di lavoro, con la partecipazione di migliaia di volontari, con iniziative che ci inducono ad essere ottimisti per la nostra forza e il nostro entusiasmo, che ci consentono di cavalcare il domani. Con una visione che premia coloro i quali con il loro comportamento, il modo di essere, la loro serietà fanno del bene alla comunità e sono di esempio positivo perché noi ci siamo!

    È un buon motivo per dire: auguri a tutti. Alle nostre amate Truppe alpine, nel ricordo del caporalmaggiore Tiziano Chierotti, della Medaglia d’Oro sottotenente Mauro Gigli, di tutti i nostri alpini costruttori di pace Caduti in Afghanistan e agli alpini rimasti feriti, uno per tutti Luca, per il quale proprio quest’anno abbiamo costruito la casa domotica nella quale potrà vivere. Auguri al Capo di Stato Maggiore della Difesa gen. Abrate, dell’Esercito gen. Graziano, delle Truppe alpine gen. Primicerj, a tutti gli alpini in armi e ai loro comandanti impegnati all’estero e in Italia, e che con il loro comportamento integerrimo ci fanno onore e sono distanti anni luce dagli esempi negativi che ci giungono ogni giorno da tante altre parti.

    E auguri ai nostri reduci e ai nostri veci ai quali diciamo che cerchiamo sempre di essere degni di loro. Alle nostre famiglie che sono un tutt’uno con la nostra Associazione, a chi soffre, a chi è lontano, a tutti voi cari alpini e ai nostri amici che ci accompagnano. Buon Natale, con l’augurio di un nuovo anno sereno.

    Corrado Perona