Loano, un raduno da ricordare

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    La tre giorni organizzata dalla sezione di Savona per il suo 75º di fondazione con il raduno del 1º raggruppamento è iniziata ufficialmente alle 17,30 di venerdì 14 settembre, in piazza Mameli, con una breve ma significativa cerimonia davanti al monumento ai Caduti che compie gli ottant’anni. Gonfaloni della città, decorata di Medaglia d’Oro, della Provincia, di associazioni d’arma, vessilli e gagliardetti, hanno reso gli onori al Labaro, per la prima volta nella città ligure.

    Breve sfilata da piazza Sisto IV, con in testa il presidente Corrado Perona, il col. Lunardon per le Truppe Alpine e il consiglio direttivo quasi al completo. Grandi applausi da parte di una folla che gremiva ogni spazio del cuore cittadino, ricco di testimonianze storiche importanti, legate a papi come Sisto IV, Giulio II, Pio VII e a Napoleone. Ma come avviene nella migliore tradizione di quelle terre il profilo della città corre sul filo di una signorile modestia. Brevi indirizzi di saluto del sindaco di Savona Federico Berruti, di altre autorità civiche e del nostro presidente nazionale Perona.

    Poi benedizione del nuovo vessillo sezionale da parte di mons. Andrea Giusto e alle ore 18, la campana del monumento suona, come ogni giorno dal 1927, anno dell’inaugurazione, per ventun volte, tante sono le lettere dell’alfabeto, a ricordare idealmente i nomi dei Caduti. Ogni giorno, chiunque si trovi in piazza o nei dintorni, al richiamo di quei rintocchi, si ferma e guarda verso la mole imponente di bronzo, ricavata dalla fusione di cannoni, che da un lato raffigura dei giovani che sopportano il fardello della guerra, dall’altro una sposa che tiene amorevolmente un bimbo, protetta alle spalle da una donna anziana, che, affranta, stende le braccia in segno di protezione.

    Nel corso della breve cerimonia è stata consegnata all’alpino Sassetti, reduce di Russia, la Croce di guerra. Il giorno seguente, sabato 15, seduta del CDN nella sala consigliare del comune di Loano, all’interno del maestoso palazzo Doria. Saluto del sindaco Angelo Vaccarezza, che ci tiene a sottolineare come nella sua città il 4 novembre non è una festa mobile , cioè spostata in funzione della domenica, ma nobile e quindi celebrata, con la partecipazione delle scolaresche, sempre nel giorno della vittoria.

    Nel primo pomeriggio il Labaro, scortato dal vice presidente vicario Ivano Gentili e dal Consiglio direttivo nazionale, s’imbarca a Finale Ligure su una motovedetta della Guardia Costiera, scortata da una della polizia, percorre lo spettacolare lungo costa fino a Loano, dove in una cornice di alta suggestione entra in porto, accolto da parecchie migliaia di persone plaudenti, per raggiungere, fanfara in testa, piazza Italia nei pressi del palazzo municipale.

    A seguire, la messa celebrata da mons. Mario Oliveri, vescovo di Albenga e Imperia, la consegna del riconoscimento Alpino dell’anno a Rino Berlendis, in congedo, geniere della Brigata Orobica, sezione di Bergamo, per attività umanitarie in Africa, a Enzo Formisano, di Napoli, c.le VFP1, 6º rgt. Brunico per aver collaborato in modo determinante con la polizia per il recupero di un’ingente quantità di materiale esplosivo, del diploma di merito alla memoria a Domenico Cartisano e conferimento della cittadinanza onoraria da parte del sindaco di Loano alla Brigata Taurinense.

    La sera, nel salone del Patronato Pio X, cena preparata dal gruppo di Orco Feglino, con piatti, neanche a dire, a base di pesce. Da quelle parti bisogna riconoscere che l’alpinità si arricchisce di menù inediti, relegando le salsicce a ruoli decisamente secondari. È il momento della convivialità, delle battute tra amici, dei ricordi. Al nostro tavolo c’è anche Nelson Cenci, con il suo sorriso dolce, accattivante e la modestia delle persone intelligenti. Proprio a Loano era stato curato all’ospedale Vittorio Emmanuele II, di ritorno dall’odissea del Don, sessantaquattro anni fa.

    Per una volta si lascia scappare una confessione. Invitato a far parte della scorta al Labaro durante il percorso in mare, dice: Guardando la costa ondulata che mi stava davanti agli occhi non riuscivo che a vedere pendii ricoperti di neve. Il paesaggio continuava a cambiare ma restava sempre avvolto dal biancore dell’inverno . Tace per un bel po’. Poi, senza fare riferimento alla sua vicenda di ferito salvato dal suo attendente e dagli alpini, riprende: Parecchi anni dopo la fine della guerra don Gnocchi venne a trovarmi e riandando con la memoria a quella steppa avvolta dalla tormenta e dagli attacchi dei Russi mi disse: Anch’io sai, sfinito, sfiduciato, mi sono seduto un giorno su un cumulo di neve, deciso a restare lì.

    Un alpino mi prese per un braccio in modo brusco, quasi mi strattonò e fui costretto ad alzarmi. Altri vennero in mio aiuto e così mi salvai . In serata la sala del Cinema Loanese si gremisce di pubblico per ascoltare coro e fanfara della sezione, mentre venerdì si è esibito il coro Monte Cauriol con un ricco repertorio di canzoni care alle genti di montagna. In entrambe le serate tutto esaurito e grande successo.

    La domenica mattina, giornata di sole e temperatura settembrina, ammassamento sul magnifico Lungomare Marconi. La sezione di quota zero è pronta ad accogliere gli alpini del 1º Raggruppamento, delle sezioni all’estero di Francia e anche del Brasile. Mentre la fanfara della Taurinense scalda i fiati, arrivano il suo comandante, generale Federico Bonato, parecchi ufficiali, sottufficiali e giovani in armi.

    Più di venti gonfaloni con i rispettivi sindaci, Provincia, Regione, associazioni d’arma, un trenino con tanti combattenti e reduci, anche provenienti dall’Abruzzo, sono lì a rendere onore al Labaro e agli alpini, in una cornice che più marinara non potrebbe essere, ma che lascia trasparire un’irresistibile simpatia per le penne nere. La spiaggia, ancora abbastanza affollata, durante la sfilata diventa deserta e tutta la città sembra darsi appuntamento lungo il percorso per un applauso ininterrotto.

    Davanti alle tribune, per due ore e mezza, sfilano vessilli e gagliardetti, tanti cappelli alpini bene inquadrati e ordinati, anche se si deve riconoscere che il miglior colpo d’occhio lo danno gli alpini valdesi. Marciano impeccabili, come reclute il giorno del giuramento. Bravi! Un raduno superlativo con la gente di mare a dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che la forza dell’A.N.A. non conosce ostacoli, ovunque ci sia un cappello alpino.

    Organizzazione accurata, essenzialità alpina nelle cerimonie, regia sicura da parte del col. Italo Balbo, lavoro attento fin nei minimi dettagli: lo stile del presidente Gian Mario Gervasoni, del consigliere nazionale Luigi Bertino, degli alpini del gruppo di Loano, della sezione di Savona e della sua Protezione civile. Con le immagini di uno scenario di rara bellezza si lascia Loano con la soddisfazione di avere partecipato ad un incontro partecipato, caloroso, dal significato autenticamente alpino. (v.b.)