Lettera di una Alpina a un Caduto

    0
    121

     

    Pubblichiamo questa lettera perché, oltre a rendere omaggio a un Caduto per la pace, dimostra di quali sentimenti siano capaci giovani che hanno il privilegio e l’onore di portare per breve tempo o per una vita il cappello alpino.

    Cara redazione,
    sono una Alpina del 5º reggimento alpini di Vipiteno prossima al congedo per transitare nella Benemerita : l’Arma dei Carabinieri. Vi leggo da quando mi sono arruolata 3 anni fa; il vostro giornale è stato per me la principale fonte di conoscenza su tutto ciò che sono stati e sono gli alpini, e penso sia l’unico mezzo per far arrivare a destinazione la lettera che ho indirizzato al compianto maresciallo Paladini.

    Voi più di tutti sapete quanto sia dura la realtà in un reggimento alpino, figuratevi per me che sono di Palermo. Ma qui al 5º ho trovato veri sentimenti di amicizia, anche tra i veci dell’ANA locale, che ci hanno in pratica adottato. Me ne vado con tanti bei ricordi, e solo grazie al sacrificio del maresciallo Daniele Paladini, ucciso in un agguato a Kabul, questi ricordi non si veleranno di lacrime. Mi piace pensare che tramite le vostre pagine questo mio messaggio arriverà alla famiglia del maresciallo, e anche ai mie colleghi ancora in missione. Vi ringrazio!


    Caro maresciallo Paladini, davanti a Lei questa sera, prossima al mio congedo dagli Alpini, ancora una volta suono il mio personale silenzio di lutto e cordoglio. La ringrazio. Lei sa bene perché. Anch’io oggi dovevo essere a Kabul col mio reggimento, il 5ºAlpini di Vipiteno. Lo stesso reggimento che Le deve tanto, Le deve la vita di alcuni dei suoi figli. Di quegli alpini che quel 24 novembre erano lì con Lei, su quel ponte. Lei non è stato solo un alpino ma anche un Grande Uomo. E mi fa male aver sentito battute del tipo ‘ma non poteva sparare?’

    Purtroppo non tutti riescono a capire, capire che da quando indossi una divisa, anche se sei comunque un uomo o una donna, devi solo agire nel bene degli altri col minimo rischio per la collettività, senza pensare a se stessi. Non sanno che senza di Lei avrei dovuto piangere i miei ‘fratelli’… Ma Le giuro, mi dispiace tanto che a piangere siano i suoi figli, sia la sua mamma, la sua sposa. Lei sa per chi ha dato la vita? Non conosceva quella gente, vero? Ma l’ha fatto e basta! Maresciallo, Lei quella mattina ha dato la vita anche per il mio futuro e per i miei ricordi!

    Perché io andrò via a giorni, in congedo, con la consapevolezza che gli alpini del 5º stanno tornando a casa e stanno tutti bene. Nei miei ricordi ci saranno le loro risate e le loro voci magari stanche dal lungo addestramento…e nessun lutto, e questo grazie a Lei. Lascerò dietro di me il canto del Morbegno in festa per il rientro della sua Bandiera e questo sarà possibile solo grazie a Lei. Di più non riesco a dire, solo grazie ad un grande uomo che mi ha fatta sentir fiera di esser un militare.

    Grazie.

    Caporale Antonella Antifona