Le nostre tradizioni

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    Nel sito della sede nazionale è riportata la Preghiera dell’Alpino, corretta rispetto alla stesura che era stata modificata dall’ordinariato militare. Le parole rendi forti le nostre armi erano state infatti corrette in rendici forti a difesa della nostra Patria, della nostra Bandiera . Questa modifica era stata fatta in tempi in cui non c’erano pericolose missioni all’estero, non c’era l’invasione di extracomunitari, non c’erano attacchi ai cristiani di tutte le nazioni da parte dei fondamentalisti islamici, non c’era la questione sulla Costituzione europea del mettere o non mettere all’origine le radici cristiane . Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i trecentomila soci in proposito.

    Giulio Morandini Villadossola

    Confesso che non riesco ad entusiasmarmi nelle discussioni sulla Preghiera dell’Alpino. C’è la versione dell’Ordinario Militare riveduta e corretta secondo la sensibilità di chi ha ritenuto di dover togliere o modificare espressioni considerate datate e c’è quella che, per tradizione, e alle tradizioni noi siamo particolarmente affezionati, hanno sempre recitato gli alpini. Nelle cerimonie con presenze ufficiali dello Stato, ritengo sia opportuno attenersi alle disposizioni delle autorità costituite, in quelle di sezione o gruppo o strettamente A.N.A., c’è la versione della nostra libretta. Il fatto che la nostra società stia diventando multiculturale non credo c’imponga di modificare i nostri comportamenti e la preghiera che recitiamo, come ha dimostrato in oltre un secolo di storia chi ha portato il cappello alpino, non va intesa come un’arcaica apologia delle armi. Del resto basta guardare quanto destina il bilancio dello Stato all’Esercito per renderci conto che si rischierebbe qualche ironia. Le armi che abbiamo sempre usato e che intendiamo continuare ad usare per difendere, tutelare, una civiltà che è indubbiamente cristiana e in cui c’identifichiamo, sono quelle dell’attaccamento al nostro Paese, del rispetto delle nostre tradizioni, della disponibilità verso chi ha bisogno.