Latina, grande citt del Nord

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    Una canzone di Francesco De Gregori recita: Latina, grande città del nord e a pensarci bene, in fondo, è un po’ vero. Per averne la conferma basta leggere i nomi dei borghi che circondano la città: Grappa, Sabotino, Bainsizza, Montello, Carso, Piave e Isonzo. Come una giovane ma solida quercia, Latina ha diramato le sue radici in tutte le regioni d’Italia dalle quali sono arrivate, come il nutrimento, famiglie dal Friuli, dal Veneto, dall’Emilia Romagna, dalle Marche e dall’Abruzzo: coloni chiamati a coltivare le nuove terre assegnate a migliaia di poderi edificati negli anni Trenta dall’Opera Nazionale Combattenti e dalle Università Agrarie.

    Ma la tradizione di accoglienza e di mescolanza è proseguita dopo la guerra quando nella giovane comunità sono arrivati nuovi cittadini anche dalla Campania, dalla Sicilia e dalla Sardegna. Poi, al termine della Seconda Guerra Mondiale, Latina ha dato una nuova terra e una casa ai cittadini dell’Istria e della Dalmazia e a tanti altri italiani provenienti dalla Libia, cacciati da Gheddafi agli inizi degli anni ’70.

    Non è raro quindi sentire parlare ancora i tanti dialetti d’origine e non solo dalle persone più anziane. Studiosi, sociologi e riviste gossip hanno attribuito a questa mescolanza di regioni, il benefico effetto di aver dato i natali a una gioventù particolarmente affascinante.

    La sorprendente caratteristica è balzata agli occhi di tutti quando tante ragazze pontine si sono affermate nel mondo dello spettacolo grazie alla loro avvenenza. Siamo sicuri che gli alpini resteranno particolarmente colpiti da questa peculiarità e non si faranno sfuggire l’occasione, durante la sfilata, di guardare con attenzione ai lati della strada per incrociare lo sguardo di qualche bella ragazza, affascinata dalle divise. Durante le serate di festa e bevute, poi, dovranno tenere sempre pronto il calice per un brindisi e un canto da dedicare a qualche affascinante donna di passaggio. Per scoprire se quello che diciamo è vero o soltanto una vanità, fate un bel giro per le vie dello shopping cittadino, che ora descriviamo brevemente.

    La città, fondata nel 1932, è la più giovane d’Italia, quindi non aspettatevi di trovare monumenti antichi e vestigia di un glorioso passato. Per quelle, basta fare sessanta chilometri e immergersi negli oltre 27 secoli di storia della Città Eterna. La parte più caratteristica di Latina è il suo nucleo di fondazione, ispirato all’architettura e all’urbanistica razionalista dominante nel periodo fascista. Un centro, purtroppo, oppresso e asfissiato dai grigi palazzoni costruiti negli anni ’60 e ’70, figli della necessità di rispondere al rapido incremento demografico, ma anche per cancellare, o nascondere, il peccato originale. Il tour, che si può fare in poco tempo a piedi, non può che partire dalla piazza del Popolo, con la fontana sulla quale si affacciano il Comune e gli edifici in stile neoclassico degli uffici amministrativi.

    Il palazzo del sindaco e la palla della fontana sono i simboli della città. Da questa piazza a pianta ottagonale partono a raggiera le vie principali, secondo l’impianto voluto dall’architetto Oriolo Frezzotti. Alla sinistra del Comune si trova il Palazzo delle Poste, al quale una volta era annessa una bellissima scala, poi distrutta dopo la guerra per lasciare il posto ad uno squallido edificio in cemento: una pugnalata all’edificio progettato dal novecentista’ (e futurista) Angiolo Mazzoni.

    Senza dilungarci troppo, suggeriamo poi un percorso che passa per Piazza della Libertà, con la Prefettura e il palazzo della Banca d’Italia, per poi rendere onore al monumento dedicato ai Caduti di tutte le guerre che si trova al centro dei giardini pubblici. Da qui si può prendere la strada che porta alla piazza della Cattedrale di San Marco, con gli edifici gemelli dell’Opera Balilla. Quello alla sinistra della chiesa ora è la sede del Museo Cambellotti.

    Il giro turistico si può concludere davanti all’altro simbolo di Latina, il palazzo marmoreo a forma di M’, in onore dell’uomo politico che ha voluto e realizzato la bonifica delle paludi pontine. Il grande vantaggio della città è la sua posizione geografica che la pone al centro di una pianura resa fertile dai pionieri bonificatori, prima e dagli agricoltori poi, che a ovest porta fino al mare (7 chilometri) e a est ai monti sui quali sono arroccati suggestivi paesi medievali, rifugio delle comunità locali dalla malaria che regnava sulle acque della pianura. Tra questi non può sfuggire una visita a Sermoneta, con il suo splendido castello e i suoi vicoli antichi e suggestivi e l’abbazia di Valvisciolo.

    La costa, nel suo lato sud cade all’interno del Parco Nazionale del Circeo, con la bella oasi di Fogliano e il suo lussureggiante giardino botanico ricco di piante esotiche e rare, i laghi costieri, le dune ricoperte di macchia mediterranea e un mare cristallino, già caldo e accogliente nel mese di maggio. Nel suo insieme si tratta della costa che va sotto il nome di Riviera d’Ulisse, in cui il mito e la leggenda legati ai viaggi di Enea e di Ulisse, e la storia dell’uomo e della civiltà, che affonda le sue radici in epoche remotissime, hanno lasciato segni che si incrociano continuamente con la realtà moderna.

    Tra i tanti posti da visitare in provincia, sui quali potremo tornare a parlare in futuro, ci soffermiamo su due di particolare importanza e suggestiva bellezza: l’abbazia cistercense di Fossanova e l’oasi di Ninfa. Il complesso abbaziale di Fossanova è situato nel borgo omonimo, nel comune di Priverno, e si svolge attorno all’edificio sacro e a una serie di altri edifici religiosi. La tradizione vuole che sul luogo esistesse un monastero benedettino, insediato fin dall’VIII IX secolo.

    L’odierna abbazia, per la quale i monaci cistercensi attuarono il loro modello architettonico, non ha un progettista o, per meglio dire, il progetto nasce da quella scuola di sacralità e di tecnica, formatasi in Francia con il movimento benedettino, che ebbe i suoi massimi esponenti in Odone di Cluny, Roberto di Champagne abate di Molesme e Bernardo di Clairvaux. La chiesa si presenta con solenne semplicità e grazia nelle forme, sottolineata nella facciata in pietra locale dall’apertura col grande arco acuto a strombo e dall’elegante rosone, che disegna giochi di luce di grande suggestione in alcune ore del giorno. Con l’abbazia, nella quale morì San Tommaso d’Aquino nel 1274, fanno corpo il chiostro, la splendida sala capitolare, il refettorio e il convento.

    La perla del territorio pontino è senza dubbio l’oasi di Ninfa. Impossibile perdere questa occasione per visitarla e rimanere stupiti dal suo fascino che deriva da vestigia storiche che si sposano alla perfezione con una natura rigogliosa, in un paesaggio da favola o da leggenda. Ninfa, situata a pochi chilometri da Latina, subito dopo l’anno 1000 era una florida cittadina sorta intorno alle fonti sorgive che, ancora oggi, formano un romantico laghetto da cui nasce un fiume. Il massimo splendore lo raggiunse alla fine del 1200, quando fu acquistata da Pietro Caetani, nipote di Bonifacio VIII ma, nell’arco di 150 anni, conobbe un lento abbandono a causa delle lotte fratricide e poi della malaria.

    Il recupero dell’area fu iniziato nel 1921 da Gelasio Caetani che vi impiantò uno splendido giardino tra le rovine della città medievale: resti di chiese, abitazioni, il castello, il municipio e la torre sul laghetto. Il mare limpido, le spiagge di dune sabbiose, i laghi, i parchi e i giardini, i castelli, le abbazie e i borghi medievali, una fertile pianura che in maggio si colora dei frutti dei campi, le montagne ricoperte di lecci, ulivi e castagni, dai quali emergono paesi fortificati e, infine, una città moderna e funzionale: tutto questo è Latina, con il suo territorio, che si appresta ad accogliere e ospitare il grande raduno che porterà tra noi quasi 400mila penne nere, in una festa che resterà indimenticabile per tutti.

    Da vedere a Latina: Museo Cambellotti, Pinacoteca Cittadina, l’area museale di Piana delle Orme, il Procoio, la casa del martirio di Santa Maria Goretti al borgo Le Ferriere. E inoltre in provincia: Sabaudia e
    la sua architettura razionalista, San Felice Circeo e la grotta della Maga Circe; Terracina e il tempio romano dedicato a Giove Axum; Sperlonga con il museo archeologico, la villa dell’imperatore Tiberio e le sue strade che si inerpicano sulla roccia a picco sul mare; Gaeta con la sua cattedrale e il castello Borbonico, Formia, Anzio e Nettuno con il cimitero monumentale americano e la chiesa di Santa Maria Goretti. Sulle montagne, oltre a Sermoneta, i paesi di Cori, Bassiano, Sezze, Priverno e tanto altro ancora.

    Per informazioni: Azienda di Promozione Turistica (Apt), tel. 0773/480672; email: info@aptlatinaturismo.it; siti internet: www.aptlatinaturismo.it; www.latinaturismo.it

    Angelo Sessa

    Pubblicato sul numero di gennaio 2009 de L’Alpino.