La vera "Preghiera dell'Alpino"

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    Ti scrivo per complimentarmi per l’editoriale di settembre, in merito ai versi della preghiera dell’alpino. Concordo pienamente sulla visione metaforica ed ampliata che deve avere la lettura della nostra bella ed amata preghiera. Ho però un dubbio, poiché proprio qui a Bellinzago Novarese ci è stato richiesto dal parroco di recitare a metà la preghiera (quella originaria sino al 1972, coi versi “Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana…”).

    Purtroppo non m’è chiaro se il tuo editoriale significhi che i versi originari siano stati ripristinati (come avevo inteso), oppure la preghiera da recitare nelle occasioni religiose e quindi codificata quale ufficiale preghiera dell’alpino sia quella modificata dal 2007 che recita “Rendici forti a difesa della nostra Patria, della nostra Bandiera, della nostra millenaria civiltà cristiana”.

    Ovviamente in prima battuta mi sono piuttosto irritato dell’accaduto, ma ora mi chiedo, e ti chiedo, se il parroco aveva delle ragioni nella sua richiesta poiché la preghiera che volevamo recitare è ormai “solo” parte della storia della nostra cultura alpina. W l’Italia e W gli alpini!

    Nicola Pietro Bovio – Bellinzago Novarese

    Personalmente sono convinto che le preghiere (non solo quella alpina) vadano lasciate nella loro formulazione originaria. Modificarle per adattarle alle nuove culture è operazione pericolosa. Pensi se dovessimo adattare l’Inno di Mameli alla cultura (compresa quella politica) contemporanea. È la mente che deve avere il respiro giusto per interpretare i messaggi che ci vengono dalla storia, senza bisogno di modificarne la forma per adattarla ai nostri gusti. Di conseguenza, va da sé che l’ANA ha tenuto fede alla versione originale della preghiera, che è quella riportata sul nostro sito, e non quella modificata nel 2007.