La strage di Beslan: un C 130 con personale e apparecchiature dell’ospedale da campo ANA

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    Nella notte fra domenica 5 e lunedì 6 settembre dall’aeroporto militare di Orio al Serio (Bergamo) è partito un C 130, destinazione Beslan, in Ossezia, carico di materiale sanitario e apparecchiature dell’ospedale da campo ANA, con il dottor Pierfranco Galbiati, radiologo, e il tecnico Alessandro Boffi, vice direttore del settore logistico del nostro ospedale. E’ stato il primo carico di aiuti all’Italia dopo la terrificante strage nella scuola della cittadina compiuta dai terroristi ceceni.

    Galbiati e Boffi sono dei grandi esperti in interventi in caso di calamità, veterani delle più impegnative missioni condotte in questi ultimi anni dal nostro ospedale da campo. Hanno trasportato a Beslan apparecchiature di rianimazione e apparecchiature radiologiche, apparecchi portatili di radiografia, due ecografi con relative sonde, materiale radiologico (negativoscopio, tavolo radiologico, sviluppatrice ) defibrillatori, elettrocardiografi e respiratori.

    Il materiale è stato approntato in pochissime ore, non appena il responsabile della nostra protezione civile, generale Maurizio Gorza è stato allertato dal dipartimento nazionale della Protezione civile. Gorza si è subito messo in contatto con il direttore dell’ospedale da campo ANA, il prof. Lucio Losapio e il suo vice dottor Ugolini, che hanno organizzato la spedizione.

    Com’è noto l’ospedale da campo dell’ ANA ha la sede stanziale presso l’aeroporto militare di Orio al Serio, negli hangar del reggimento di cavalleria dell’aria: si tratta di un ospedale unico in Europa, perfettamente attrezzato per far fronte alle emergenze sanitarie, com’è avvenuto sin dai tempi del terremoto in Armenia. Da allora l’ospedale è stato ricostruito alcune volte, ed ora ha attrezzature, materiali, strumenti e apparecchiature diagnostiche di primissimo ordine. La sua stessa struttura consente di far fronte, in poche ore, a qualsiasi chiamata, come ha dimostrato anche questa emergenza.

    Con lo stesso C 130 sono partiti anche medicinali e materiale sanitario approntati dalle Regione Veneto e dalla Regione Lombardia. Della missione facevano parte anche tre funzionari del Dipartimento nazionale di Protezione civile, che sono rimpatriati il giorno dopo. Il radiologo ed il tecnico del nostro ospedale sono invece rimasti a Beslan, su richiesta delle autorità sanitarie locali. Essi hanno potuto rendersi conto della situazione sanitaria e delle necessità immediate alle quali far fronte, in vista di un più significativo intervento del nostro ospedale da campo.