La rinascita

    0
    40

     

    Questo lo splendido articolo scritto da Ivanoe Bonomi, primo presidente del dopoguerra e fulgida figura di alpino e di politico con il senso dello Stato, sul numero 1 de L’Alpino datato 27 Aprile 1947: era il numero della rinascita del giornale, della nostra Associazione ma anche dell’Italia dopo la funesta parentesi della guerra.

    Questo foglio è nato nel settembre 1919, nell’anno successivo alla conclusione vittoriosa della prima guerra mondiale. Venne fondato a Udine, nella caserma dell’8º, auspice il prode comandante di quel reggimento. Si propose di essere l’interprete del sentimento concorde dei soldati delle Alpi, il rievocatore dei loro sacrifici, delle loro inobliabili imprese. Nel settembre 1943 con l’armistizio e l’immediata occupazione tedesca di gran parte dell’Italia questo foglio seguì la sorte del sodalizio.

    Oggi che la grande opera di ricostruzione è iniziata dopo così immani devastazioni materiali e spirituali e le energie del Paese si orientano verso l’immancabile rinascita, gli alpini che hanno rifatto la loro Associazione ed hanno risuscitato le vecchie sezioni vogliono che il loro giornale riveda la luce e ridica, con la voce nostalgica del passato, le mete e le speranze dell’avvenire. L’Alpino si rivolge particolarmente al cuore dei vecchi e dei giovani custodi gelosi delle loro tradizioni che sarebbe delitto dissipare, poiché da esse traggono alimento i sentimenti di fierezza e di solidarietà che sono propri di soldati che sempre, in tutte le guerre, e anche in quest’ultima, hanno versato in abbondanza il loro sangue.

    Ma gli alpini vogliono anche da questa tribuna riaffermare l’indeclinabile urgenza dei problemi della montagna, la cui integrale soluzione costituisce la premessa alla più vasta opera di ricostruzione nazionale. Nessuno meglio degli alpini può dare un contributo più competente ed appassionato, perché frutto di vita vissuta. Con le rinate sezioni, sono presenti tutti i reggimenti, primi fra tutti quelli non compresi nell’ordinamento dell’Esercito imposto dall’armistizio: il 1º con la sezione di Genova; il 2º con quella di Cuneo; il 3º con le sezioni di Torino, Asti, Pinerolo, Susa e Piacenza; il 4º con Biella, Domodossola, Intra, Omegna e Varallo; il 5º con Milano, Bergamo, Brescia, Como e Lecco; il 6º con Verona e Salò; il 7º con Belluno, Cadore, Conegliano, Cornuda, Feltre, Padova, Treviso, Valdobbiadene e Venezia; l’8º con Udine, Gemona, Pordenone e Tolmezzo; il 9º con Gorizia, l’Abruzzo, Vicenza e Valdagno; l’11º con Trieste, Trento, Bolzano, Bassano e Asiago.

    E sono presenti le sezioni sorte fuori delle vecchie zone di reclutamento alpino: Roma, Palermo, Bologna, Ancona. Un popolo per risorgere ha bisogno di mete ideali e di sentimenti profondi. Per questo L’Alpino voce delle Penne Nere d’Italia, risorge in quest’ora di dolore ma anche di speranza. Esso dice agli italiani: coraggio, avanti! Le distruzioni sono state molte, i lutti sono stati immensi, l’abbassamento morale è stato il retaggio della sconfitta, ma l’Italia dalle molte vite è ancora in piedi con la volontà di risorgere.

    Gli alpini che conoscono la purità delle vette e sanno la fatica per raggiungerle, vogliono, ancora una volta, essere in prima fila nella grande opera che ha per fondamento l’unità spirituale degli italiani. Questo foglio modesto non è l’espressione di uno spirito di corpo gretto ed angusto, ma è uno dei segni della rinascita alla quale gli alpini guardano con occhi calmi come una sicura promessa dell’avvenire.

    Ivanoe Bonomi