La pace esige un eroismo pi grande della violenza

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    Dolore e rabbia, ma anche orgoglio e pietà: sono i sentimenti della gente di Samugheo (Oristano) che si è stretta attorno alla famiglia del caporalmaggiore Luca Sanna, 32 anni, dell’ 8º reggimento di stanza a Cividale del Friuli, ucciso proditoriamente da un terrorista nella base avanzata Highlander, dieci chilometri da Bala Murghab, una provincia particolarmente pericolosa.

    È il settimo nostro militare sardo a lasciare la vita in missione. Come abbiamo riportato sul numero scorso de L’Alpino in una notizia scritta al momento di andare in macchina, Sanna è stato colpito da una raffica sparata da un terrorista in divisa dell’esercito afgano che si era avvicinato fingendo un problema all’arma che imbracciava. Nello stesso attentato è rimasto ferito un altro alpino dell’8º, Luca Barisonzi, di 21 anni, colpito dalla stessa raffica che ha ucciso Luca, ed ora rischia la paralisi.

    I funerali di Stato erano stati celebrati il 21 gennaio a Roma, alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, presenti i vertici dell’Esercito, il ministro della Difesa La Russa con i ministri Tremonti, Sacconi, Calderoli e Bossi e parlamentari dei due schieramenti. Momento di alta commozione è stato l’incontro del presidente Napolitano con i familiari dell’ucciso: il breve colloquio con i genitori, il papà Antonio e la madre Rita, la carezza alla moglie Daniela, che Luca aveva sposato nell’agosto scorso promettendole il viaggio di nozze appena fosse tornato dall’Afghanistan.

    L’ordinario militare, l’arcivescovo mons. Vincenzo Pelvi, ha pronunciato alte parole all’omelia: Nessuno dei nostri vuole fare l’eroe ha detto tutti vogliono tornare a casa dalla famiglia. Ma non esitano a porre a rischio il proprio futuro, sapendo che possono dare la vita . E ancora: Il caporalmaggiore Sanna aveva compreso che non si vince solo con le armi o importando modelli culturali e politici. Era un alpino sempre sorridente, che sentiva compiersi misteriosamente in se stesso l’invito appassionato: volere e fare del bene . Ed ha concluso con una constatazione: Per i soldati italiani è dovere costruire la pace, che esige un eroismo più grande della violenza .

    La chiesa di Santa Maria degli Angeli era stipata di militari e semplici cittadini, e una folla si era raccolta all’esterno per rendere l’ultimo saluto a questo giovane pieno di speranze che veniva riportato al suo paese ed ai suoi affetti in una bara avvolta dal Tricolore. Ancora più intensa la cornice al paese di residenza della famiglia Sanna, a Samugheo, dove il giovane Luca era cresciuto e si era sposato cinque mesi prima, proprio in quella chiesa che ha accolto il feretro.

    Lo stesso parroco, don Alessandro, che con il vescovo mons. Ignazio Sanna celebrava il rito funebre non è riuscito a trattenere le lacrime. Alla fine le note struggenti del Silenzio , poi i colleghi di Luca hanno ripiegato la bandiera che copriva la bara e l’hanno consegnata ai familiari: Daniela l’ha baciata e se l’è stretta al cuore. Il canto Signore delle Cime ha accompagnato il corteo che si avviava al cimitero.

    Pubblicato sul numero di marzo 2011 de L’Alpino.