La citt vive l'attesa della vigilia

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    Un gigantesco totem per ricordare ai torinesi e a quanti arriveranno alla stazione di Porta Nuova che dal 6 all’8 maggio la città ospiterà l’84ª Adunata nazionale degli alpini. È stato inaugurato sabato 12 febbraio nei giardini di piazza Carlo Felice, a cento giorni esatti dall’evento, primo ma significativo tassello di quello straordinario lavoro di preparazione all’invasione di penne nere nella città olimpica. Toccherà a questo totem dare il benvenuto di Torino e ricordare il grande appuntamento di maggio che porterà in città centinaia di migliaia di penne nere dicono, soddisfatti, i dirigenti della sezione ANA torinese.

    Da un maestoso pino cembro gli scultori Bernardo Peroglio, Gualtiero Rosso, Teresio Pesando e Gabriele Garbolino Rù hanno ricavato la testa di un alpino pesante cinque quintali. Particolarmente impegnativa la realizzazione della struttura: su un basamento di calcestruzzo pesante oltre undici tonnellate progettato dall’ingegner Marco Truccero (che con Enzo Chiola ha coordinato l’intero progetto) poggia un colossale tronco di quercia del 1861 del peso di 2,6 tonnellate proveniente da Rocca Canavese.

    L’Adunata nazionale torna sotto la Mole dopo vent’anni. È la sesta volta che il capoluogo piemontese ospita gli alpini: un record per una città di grande tradizione alpina, Torino è sede della Sezione più antica dell’ANA, la Veja , la prima ad essere fondata, nel febbraio del 1920. La scelta del Consiglio Direttivo Nazionale dell’ANA non poteva non cadere su Torino capitale che si prepara alle celebrazioni del 150º anniversario dell’Unità d’Italia. E inevitabilmente tra i tanti slogan che accompagneranno l’invasione di penne nere, Torino si fregerà a ragione del titolo di Capitale degli alpini .

    L’attesa

    Il clima che sta vivendo la città per l’arrivo degli alpini ricorda quello che si respirava nel 2006 con le Olimpiadi invernali. Ne è convinto il sindaco Sergio Chiamparino che marcerà in testa alla sfilata con il cappello da artigliere alpino e la fascia tricolore. Credeva di dover passare il testimone al suo successore, visto che per il sindaco sono iniziati gli ultimi tre mesi di mandato. E invece il Chiampa , come a Torino è simpaticamente chiamato il sindaco, ci sarà: Un’emozione grandissima, un modo straordinario per concludere il mio mandato alla guida di questa città straordinaria , ripete il sindaco. Una città che ha abbandonato ormai il clichè di grigia, triste, noiosa . Una città che saprà far esplodere il suo entusiasmo. Gli alpini di ieri e di oggi sono avvertiti.

    Tradizioni alpine

    Una città dalle grandi tradizioni alpine che ha saputo legare la storia passata delle penne nere con il futuro. A poco più di 40 chilometri da Torino, a Cuorgnè, alle porte del Parco del Gran Paradiso, morì il 5 ottobre del 1916 il generale senatore Giuseppe Domenico Perrucchetti, considerato il fondatore delle Truppe alpine con quel suo celebre articolo pubblicato nel marzo del 1872 sulla Rivista militare italiana dal titolo Considerazioni su la difesa di alcuni valichi alpini e proposta di un ordinamento militare territoriale della zona alpina : fu il primo passo per la formazione del Corpo degli Alpini, di cui curiosamente egli non fece mai parte. Fu sua quindi l’intuizione prima della necessità di un Corpo che fosse esclusivamente posto a difesa delle Alpi. Perrucchetti spartisce la gloria di essere il padre degli alpini con il generale Cesare Ricotti Magnani che, grazie ad un astuto stratagemma politico riuscì ad inserire in un più ampio progetto di riforma militare anche l’istituzione delle prime quindici compagnie alpine. Inoltre Perrucchetti nel suo saggio notava come le uniche persone adatte a far parte di questo tipo di Corpo fossero proprio gli abitanti della montagna, dotati del necessario spirito di sopravvivenza e della forza e robustezza necessarie per affrontare le veglie, i rigidi inverni, le lunghe marce della montagna poiché già avvezzi ad una vita non facile ma che era una lotta continua con e contro la natura.

    Il futuro con la brigata Taurinense

    Se Perrucchetti rappresenta il passato, in corso IV Novembre, nella caserma Monte Grappa, abita il futuro delle penne nere. Qui ha infatti sede il comando della brigata Taurinense, uno dei fiori all’occhiello dell’Esercito italiano, impegnata da anni in delicate missioni all’estero, dal Mozambico alla Bosnia, dal Kosovo all’Afghanistan, ma sempre con un profondo radicamento territoriale. Le montagne del Piemonte rappresentano il terreno ideale per il nostro addestramento ripete il generale Francesco Paolo Figliuolo, 50 anni, lucano, da alcuni mesi alla guida della brigata e lo saranno ancora la prossima estate con i campi in quota: durante le escursioni e le ascensioni in montagna si consolida quello spirito di fraternità alpina che fa parte del nostro Dna . Alla sfilata dell’8 maggio, la Taurinense avrà un posto d’onore, nel ricordo anche dei Caduti nelle missioni in terre lontane.

    Guido Novaria

    Pubblicato sul numero di marzo 2011 de L’Alpino.