L’ultimo lancio di Baldessari primo comandante dei parà alpini

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    L’8 giugno scorso è “andato avanti” Claudio Baldessari. Grande alpinista e compagno di scalate di Cesare Maestri col quale partecipò, nel 1970, anche alla conquista del “Cerro Torre” in Patagonia, era stato, giovane tenente, comandante del primo plotone di alpini paracadutisti, specialità unica al mondo di cui quest’anno si festeggiano i 60 anni di fondazione. Costituito il 1° settembre 1952 in seno alla brigata Tridentina, il Plotone è un’assoluta novità. Le esigenze della guerra moderna vedono i parà utilizzabili al meglio in piccole aliquote tattiche in supporto ad Unità maggiori e un meticoloso studio per creare dei paracadutisti all’interno delle Truppe alpine è fatto, nel ’51, dall’allora col. Emiliano Scotti.

     

    Approvato lo studio, si brevettano i primi alpini ed è dato incarico a Baldessari, già forte alpinista (famosa sarà la sua “prima” con Maestri alla maestosa Roda di Vaèl, che li vedrà in parete per 8 giorni), di scegliere i primi “alpini paracadutisti” al suo comando: sei sottufficiali e 52 alpini di leva, volontari, scelti tra maestri di sci, guide alpine e portatori, tutti con qualità atletiche eccezionali, come sarà sempre per questo reparto. Alpini paracadutisti: nel nome è già sintetizzato il doppio ruolo, la doppia specialità.

    Qui è tutto doppio: il tipo di addestramento – come alpini e come parà – l’equipaggiamento – con i migliori materiali dei due Corpi – ed è doppia anche la fatica per raggiungere e mantenere l’altissimo grado di specializzazione. Lanci in montagna, raid con gli sci, marce forzate in zone impraticabili, ascensioni, bivacchi in quota, infiltrazioni, incursioni, sabotaggi e colpi di mano, su qualsiasi terreno, di giorno e di notte, con ogni tempo; tutto questo è quello che deve saper fare un alpino parà, ora come allora. Il 24 luglio 1953 il primo, spettacolare, lancio in quota da 4.000 per atterrare a 3.200 sul ghiacciaio del Ruitor, in Valle d’Aosta.

    Negli anni successivi nascono altri quattro plotoni, uno per ogni brigata alpina: nel 1953 quelli di Julia e Taurinense e nel 1956 quelli di Orobica e Cadore. Con gli anni gli organici crescono: Compagnia nel 1964, battaglione nel 1996 e oggi reggimento, il 4° rgt. Alpini paracadutisti. Col recente inquadramento nelle FOS (Forze per Operazioni Speciali) gli alpini parà oggi vengono addestrati e qualificati “Ranger”, gli unici con questa specialità del nostro Esercito. Con l’impiego in situazioni operative particolari ed in ambiente ostile in supporto ad operazioni non convenzionali ed il frequente utilizzo in missioni “fuori area”, come in Iraq ed Afghanistan, i compiti si sono molto allargati, ma tutto è partito da lì, dai pochi del plotone Tridentina al comando di Baldessari.

    Claudio rimase con loro fino alla promozione a capitano (poi comanderà una Compagnia del “Bassano”). Congedatosi nel 1962, è sempre rimasto nell’ambito della montagna, sua grande passione, sia come giornalista (fu tra l’altro redattore della rivista “Sciare”, direttore del magazine “Sport Invernali” e responsabile Comunicazione della FISI), sia come alpinista e paracadutista, continuando a fare attività lancistica fino a pochi anni fa, confermando le sue doti. Ora ha fatto l’ultimo lancio. Ciao Claudio, MAI STRAC!

    Stefano Rossi