L’arrivederci del gen. Primicerj: Siamo orgogliosi di voi

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    Alla fine ha prevalso la commozione, perché questa esperienza ha lasciato il segno un po’ a tutti: istruttori e allievi alpini. Il primo esperimento del Pianeta Difesa una mininaja , due settimane di vita di caserma per 140 ragazze e ragazzi che sono stati selezionati, su invito del ministero della Difesa, dalla nostra Associazione si è rivelato un successo al di là di ogni aspettativa.

     

    Alla cerimonia di conclusione del corso, nella Sala Resch di San Candido, il colonnello Massimo Gianni Poli, dopo aver ringraziato lo Stato Maggiore dell’Esercito e il ministro della Difesa Ignazio La Russa per aver scelto il 6º reggimento Alpini per questa prima esperienza, rivolgendosi agli allievi ha continuato: Ma il mio ringraziamento va anche a voi. Sono soddisfatto dell’impegno e della serietà che avete dimostrato. Meritate il riconoscimento dei vostri istruttori che hanno avuto la fortuna di addestrarvi in questi quindici giorni . Voi ha continuato avete stretto i denti quando il cammino era faticoso, vi siete commossi alla celebrazione per i sei parà Caduti a Kabul, avete cantato in tenda le canzoni alpine, ci avete dimostrato che era ben fatto quello che stavano facendo i vostri istruttori.

    L’esperimento Pianeta Difesa si è rivelato una scommessa vinta, il che mi fa dire che per gli alpini nulla è impossibile . Occhi lucidi fra i giovani, qualche lacrima di padri che vedevano i loro figli trasformati come non avrebbero mai creduto. Vedere mia figlia correre per mettersi sugli attenti, obbediente agli ordini, inquadrata con gli altri è stata per me una soddisfazione che non avrei mai sperato , ha commentato un genitore. Non abbiamo fatto loro alcuno sconto dirà più tardi il ten. col. Milco Colosi, comandante del battaglione Bassano La prima sera, quando sono arrivati al centro addestramento, dopo aver indossato l’uniforme erano diversi da quando erano scesi dal pullman, in abiti civili.

    Il giorno dopo, inquadrati dagli istruttori, erano già militari . Sono stati quindici giorni davvero completi e impegnativi. Dopo le prime lezioni teoriche, sulla struttura dell’Esercito, il ruolo delle Forze Armate, nozioni sulla sopravvivenza in montagna e di topografia, è cominciata la pratica, con addestramento formale, attività sportiva, elementi di pronto soccorso e difesa personale e movimento in montagna con difficoltà progressive, compreso un pernottamento in quota e arrampicata lungo una via ferrata. Uno spettacolo , ha concluso il col. Colosi.

    Dopo il saluto dell’assessore Tiziano Blanchetti, che rappresentava il sindaco di San Candido, è intervenuto il nostro presidente nazionale Corrado Perona. L’emozione è tanta, ha esordito sentendo le parole del colonnello Poli sono tornato ai miei vent’anni e alla parole del mio comandante di allora: non è stata una ripetizione, ma una conferma che il modo di essere alpini è sempre lo stesso . I tempi sono cambiati, oggi ci sono i volontari che aggiungono professionalità e operano così bene nelle missioni di pace. L’esordio di questi ragazzi ci mancava ha proseguito e vederli andar via il dispiacere è forte.

    Ci auguriamo che possa essere ripetuta per altri giovani questa bella esperienza con gli alpini. Noi saremo sempre disponibili a collaborare . Quanto al cappello alpino che il generale Alberto Primicerj, di lì a poco, avrebbe messo in testa a questi giovani a conclusione del corso, Perona ha esortato: Portatelo con dignità, con fierezza. Dietro ha una lunga storia, di sacrificio, di abnegazione. Non perdete l’entusiasmo che avete dimostrato, sappiate che il cappello per noi, e ora anche per voi, vuol dire tutto . I giovani cinquanta ragazze, un centinaio i ragazzi hanno tributato a Perona un applauso lunghissimo e caloroso.

    C’era una commovente atmosfera di commiato, quando ha preso la parola il generale Primicerj. Si è detto disponibile a ripetere questa esperienza anche per tempi più lunghi, confidando che sia ancora scelto il Corpo degli Alpini. Per due settimane abbiamo guardato a voi con simpatia, oggi vi ammiriamo perché avete avuto la forza di continuare fino alla fine . In queste due settimane abbiamo cercato di spiegarvi cosa sono i militari e cosa sono gli alpini.

    Ma i vostri bravi istruttori vi hanno trasmesso anche altri valori: quelli della montagna, che è la miglior palestra per un soldato ma anche per la vita, perché consente di farci capire i nostri limiti, acquisire rispetto per l’ambiente, per se stessi, per i compagni e per i comandanti, e infine il senso della solidarietà: questo si chiama spirito di Corpo . E dopo aver ringraziato il presidente Perona e il ten. col. Colosi, ha parlato del cappello che avrebbe consegnato: É un privilegio ma anche un impegno, un impegno di vita. Sarebbe per noi una grande soddisfazione se qualcuno di voi volesse tornare come volontario.

    Per questo non vi dico addio, ma arrivederci . Dopo l’applauso, il col. Poli ha chiamato gli istruttori davanti al palco e dato l’ultimo attenti agli allievi per il saluto al gen. Primicerj. C’era un silenzio che parlava. Poi il rompete le righe e la gioia dei ragazzi e dei parenti. Era tempo di consuntivo. Un’esperienza davvero positiva dice Emanuele Bazzoli, operaio edile di Agnosine (Bergamo). Sono grato al presidente della sezione di Salò, Romano Micoli, che mi ha offerto questa possibilità . È stato straordinario! dice con entusiasmo Gioia Azzalini, di Ardenno (Sondrio) laureanda in filologia moderna all’Università Cattolica di Milano.

    Nessun parente né amici fra gli alpini: Ho sentito del Pianeta Difesa alla televisione, mi ha incuriosito ed eccomi qua . Ileana Bersini, impiegata di Cazzago San Martino, ha una famiglia di alpini, padre, zii, nonno reduce di Russia. Il padre non sta nella gioia vedendola in tuta mimetica col cappello in testa. Trattiene a stento le lacrime. Commosso anche Luigi Bernardi, consigliere nazionale e presidente della sezione di Colico, quando il colonnello Poli lo invita ad essere lui a mettere il cappello in testa al figlio Fabio, studente di ingegneria e allievo alpino per 15 giorni.

    Vorremmo dire di tanti altri giovani, di Irisa Benso, di Novi Ligure, partita con apprensione e ora entusiasta, madre compresa, di Katerina Beretta, madre venezuelana e padre di Reggio Emilia, di tutti gli altri. Li abbiamo visti felici. Quindici giorni, e hanno lasciato un segno. (g.g.b.)

    Leggi la lettera che il presidente dell’ANA Corrado Perona ha inviato ai ragazzi che hanno partecipato al ‘Pianeta Difesa’ »

    Pubblicato sul numero di ottobre 2009 de L’Alpino.