L'Adunata a Bassano, una scelta (scomoda)?

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    Ho letto con stupore che l’81ª Adunata nazionale del 2008 è stata concessa a Bassano del Grappa. Pur condividendo totalmente il messaggio del Consiglio Direttivo Nazionale riguardo il ricordo dei nostri Caduti e il ritorno alla montagna e alle nostre origini, ossia il ritorno nei luoghi della Grande Guerra, dove migliaia di alpini, e non solo, sacrificarono la vita per l’Unità d’Italia, credo che la scelta fatta non possa garantire, per problematiche prettamente logistiche, strutturali e di capienza, una grossa adesione. A Bassano del Grappa rivivremo gli stessi problemi avuti durante l’Adunata di Asiago. Le Adunate degli ultimi anni hanno dimostrato un continuo crescendo di partecipanti, pertanto ritengo fosse più idoneo un luogo in grado di garantire maggiore facilità di accesso a maggiori possibilità di sistemazione. Gli alpini che vogliono partecipare all’Adunata hanno il diritto di poterla vivere. Auspico anche che si possa ritornare a quel grande evento emotivo, ricco di valori, di ideali a soprattutto ricco di quella civiltà e di quella sacralità che da troppi anni, per colpa dei soliti noti, è andata in buona parte persa.

    Gian Paolo Cazzago Ospitaletto (BS)

    La tua lettera pone due problemi: le dimensioni e le caratteristiche che dovrebbero avere città scelte ad ospitare l’Adunata nazionale e il crescente fenomeno dell’inciviltà che si sta incuneando, in modo sempre più preoccupante, anche nella nostra principale manifestazione. Sul primo punto non ho difficoltà a riconoscere che i disagi dell’adunata di Asiago hanno lasciato il segno e rendono molti alpini diffidenti nei confronti di Bassano. Non esprimo valutazioni personali sulla scelta di quest’ultima città perché ci vivo e potrei non essere obiettivo. Ma, da quanto mi è stato riferito, le tre candidate, Piacenza, Lucca e Bassano, sono state considerate dalla Commissione Manifestazioni Nazionali alla pari sotto il profilo logistico organizzativo. In più, la città del Grappa offre l’opportunità di celebrare il novantesimo di Vittorio Veneto sui luoghi della Grande Guerra, oltre a celebrare il 60º della prima adunata nazionale del dopoguerra e della ricostruzione del Ponte degli Alpini. Sui soliti noti , attivi nel dissacrare i valori, gli ideali e la civiltà delle nostre manifestazioni, sono fermo nella convinzione che stiamo respirando e metabolizzando comportamenti beceri assai diffusi in una società che pone sull’altare la trasgressione, come fosse un talismano in grado di trasformare la trivialità in folklore.