Anziché preoccuparci dell’abolizione della naia sarebbe opportuno fare una massiccia campagna pubblicitaria e informativa per andare a recuperare quelle migliaia di persone, che pur avendo prestato il loro servizio militare nelle Truppe alpine, una volta congedati non si sono mai sentiti in dovere di iscriversi all’ANA. Ognuno di noi, iscritto all’Associazione, sicuramente conosce almeno una di queste persone: inviamo il loro nominativo alla sede nazionale dell’ANA la quale provvederà ad inviare loro per un paio di mesi il nostro mensile L’Alpino gratuitamente, con una lettera del presidente nazionale che li invita ad iscriversi. Contemporaneamente, però, l’ANA dovrebbe dare il via ad una massiccia campagna pubblicitaria televisiva realizzando degli spot informativi che abbiano come testimonial personaggi della politica, dello sport, dello spettacolo, della cultura che abbiano prestato il servizio militare nelle Truppe alpine.
Claudio Porro Bra (CN)
Le tue proposte di una massiccia campagna per recuperare tanti alpini che non sono iscritti all’A.N.A. sono indubbiamente interessanti ma non rispondono al quesito di fondo che è la strategia da seguire per dare continuità vitale alla nostra Associazione. Il dilemma che si porrà in futuro, sicuramente lontano ma non lontanissimo, è se restare legati ad un’esperienza nata in mesi, anni, di naja o, in considerazione che questa non c’è più, di escogitare un modo per tramandare e perpetuare anche con chi non ha portato le stellette uno spirito di corpo che ha saputo, in quasi novant’anni, essere presente nel Paese a ricordare la nostra storia, i nostri Caduti, il valore educativo della montagna e ha evidenziato, nel campo della solidarietà, l’indole generosa della nostra gente.
