Il senso delle missioni all'estero

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    Nel drammatico momento che sta attraversando la Nazione, crisi economica dilagante, perdita di posti di lavoro, tagli a pensioni e sanità, mancanza di politiche per il futuro, ruberie dilaganti, perdita da parte della politica tradizionale d’ogni riferimento etico, morale e valoriale, si torni a osservare la Costituzione. Si ripristinino Forze Armate di leva. Stop ai professionisti e agli F35.

    Reiterare ridicoli sprechi di denaro pubblico con tristi mascherate tipo la “mininaja”… è patetico. Restare in Afghanistan a fare i reggicoda ai potentati economico-finanziari che hanno originato la crisi, è criminale e stupido, oltre che contrario agli interessi della Nazione e del popolo.

    Che il Signore ci dia sempre la forza di tenere la schiena diritta, la testa alta, di spingere lo sguardo un po’ più lontano delle apparenze e di cercare il bene ed il giusto. In occasione dell’uccisione del caporale Tiziano Chierotti, fratello alpino, diciamo basta a questa guerra travestita da missione di pace, utile solo ad aprire nuovi mercati per le multinazionali. Tornino a casa tutti. Subito.

    Fausto Goglio – gruppo Alpette, sezione di Torino

    Tutti noi, davanti ad un morto, ci chiediamo se questo abbia un senso. Personalmente non so se queste missioni si prestino a far da supporto alle ingordigie dei mercati e delle multinazionali. So però che il ripristino della pace, là dove essa è seriamente compromessa, così come l’aiuto alle popolazioni vessate dalle dittature ideologiche e militari, non è solo cosa loro. Il mondo s’è fatto piccolo, caro Fausto, e un “virus” dall’altra parte del mondo rischia di infettare anche le nostre contrade, più di quanto non sia pensabile misurando le distanze in chilometri.