Il Milite Ignoto, 90 anni fa

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    La vecchia caserma “Cimberle-Ferrari” di Viale delle Fosse, ormai da tempo di proprietà del Comune di Bassano del Grappa, negli ultimi anni ha mutato più volte la sua destinazione d’uso: magazzino, parcheggio, cinema all’aperto, banco di prova di writers nonché sede di uffici comunali, di associazioni e del centro anziani. Molte sono le voci sulla definitiva sorte di questa testimone di una parte di storia della nostra città.

     

    Edificata alla fine del 1800, fu dapprima sede di uno squadrone di cavalleria, poi quella del battaglione alpini Bassano, che vi risiedette fino all’inizio della Grande Guerra, per divenire in seguito deposito del 6° reggimento Alpini per fornire i complementi da inviare sul fronte dell’Altopiano di Asiago. Costruita su tre piani, di cui due demoliti nel 1930 per problemi strutturali, fu il principale insediamento militare di Bassano fino alla realizzazione della “Monte Grappa”. Negli anni ’50 e ’60 divenne poi magazzino vestiario per la SAUCA e per il BAR Julia.

    Al termine della prima guerra mondiale, il ministero dell’Interno istituì la Commissione Nazionale per le Onoranze ai Militari d’Italia e dei Paesi Alleati Caduti in Guerra allo scopo di riordinare i cimiteri di guerra e raccogliere le salme dei Caduti ancora presenti nei luoghi di combattimento. Nel 1920 il colonnello Giulio Duhet propose al presidente della commissione maresciallo Armando Diaz, ed alla Nazione intera, di rendere onore a tutti i combattenti con un simbolo che unisse l’Italia e tutti i Corpi del Regio Esercito: il simbolo sarebbe stato la salma di un soldato ignoto raccolto in uno dei principali teatri di battaglia, con la precisa indicazione che, oltre al nome, il corpo non avesse nessun segno distintivo del reparto di appartenenza.

    La proposta ebbe notevole successo e, l’anno seguente, venne creata una commissione apposita con il compito di recuperare le salme e procedere ad un cerimoniale patriottico che potesse coinvolgere l’animo di tutte le classi sociali per rendere il giusto onore ai nostri Caduti. Le ricerche iniziarono il 3 ottobre 1921 nei pressi di Trento dove fu trovata la prima salma, il giorno 4 si spostarono sul Pasubio dove fu recuperato il secondo militare ignoto. Il 5 ottobre la notizia che il corteo con le salme sarebbe arrivato a Bassano richiamò una grande folla che si ammassò subito nei pressi della caserma Cimberle.

    Nella “Casa del Soldato”, ubicata probabilmente nei locali dell’odierno centro anziani, era stata ricavata la camera ardente. In quei giorni aveva luogo, come oggi, la fiera franca e la gente circolava con maggiore affluenza per le vie del centro. All’arrivo dei camion con i feretri, le grida gioiose della gente scomproparvero per trasformarsi dapprima in un lungo silenzio ed in seguito in un commosso applauso. Deposte le salme, la commissione si spostò nella zona dell’Ortigara ed il giorno 8 fu trovata la terza salma che, con molta probabilità, apparteneva ad un alpino.

    È stata poi la volta del massiccio del Grappa dove venne rinvenuto il quarto Caduto e, con questo ritrovamento, la commissione terminò le sue ricerche nella nostra martoriata zona di guerra e lasciò Bassano. Il mattino della partenza l’arciprete monsignor Gobbi diede la solenne benedizione ai quattro feretri che, caricati sui mezzi, si mossero poi per viale Venezia in direzione di Treviso tra due ali di folla commossa.

    Il corteo era preceduto da carabinieri in alta uniforme e chiuso da un picchetto d’onore del battaglione Bassano, mentre le campane della torre civica di Piazza Libertà salutavano la partenza dei soldati sconosciuti. Nei giorni seguenti le ricerche sarebbero continuate sul Montello, sul Piave, in Cadore, in Carnia, nei dintorni del Carso Goriziano e sull’Isonzo. L’ultima salma venne recuperata nelle vicinanze di Trieste e, successivamente, le undici bare furono portate nella basilica di Aquileia dove Maria Bergamas, madre di un Caduto ignoto, scelse uno dei feretri come simbolo di tutti i Caduti per la Patria.

    Il 28 ottobre 1921 un convoglio ferroviario imbandierato dal Tricolore lasciava Aquileia per Roma, luogo in cui l’ignoto simbolo della Grande Guerra avrebbe trovato la sua ultima dimora. Il 4 novembre, festa della Vittoria, in una Piazza Venezia gremita fino all’impossibile, alla presenza dei reali, di tutte le Medaglie d’Oro al Valor Militare, delle maggiori cariche politiche e militari italiane ed estere, il feretro contenente le spoglie del Milite Ignoto veniva deposto a perenne memoria al Vittoriano.

    Alfeo Guadagnin

    (da “Sul ponte di Bassano”, n. 93 – febbraio 2012)