Il cappello alla recluta? Usato…

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    Per un alpino il suo cappello è tutto. Termina così la “spiegazione” ai profani del significato del cappello per un alpino ed ultimamente quando mi tornano in mente queste parole provo una profonda amarezza. Mio figlio dopo diversi tentativi è finalmente riuscito a coronare il suo desiderio di arruolarsi e, lasciato quindi il suo ben remunerato lavoro vicino a casa, si è buttato alle spalle la vecchia vita ed iniziato con entusiasmo questa nuova esperienza. Dopo il giuramento (purtroppo col basco) è stato destinato ad una sede del Friuli ed incorporato in un reparto alpino operativo.

    Ora, vista la situazione economica nazionale, mi rendo conto che i tagli al bilancio statale hanno colpito indiscriminatamente tutti i settori ed ognuno è chiamato a rinunciare a volte anche al necessario e quindi, pur con difficoltà, accetto che portino regolarmente alla lavanderia esterna a loro spese le tute mimetiche usate nell’addestramento, che si porti da casa gli scarponi per andare in montagna, che si sia comperato i gradi da caporale perché la promozione si ferma alla mera comunicazione, e la giacca a vento di servizio ha il costo di 90 euro a carico dell’utilizzatore.

    Ma immagina il mio stupore quando ho appreso (e visto con i miei occhi) che berretto norvegese e soprattutto il cappello alpino erano di seconda mano, o meglio testa, sì perché era già stato usato e con ancora i pezzi di filo di chi ci aveva cucito l’aquila.

    Mi domando per primo come possa l’alpino utilizzatore averlo lasciato ai posteri e con quale spirito lo si possa poi riassegnare ignorando che da quel momento in poi diventerà parte integrante della vita dell’alpino. Penso che non ci sia bisogno di aggiungere altro perchè noi alpini certe cose le capiamo al volo senza parole, resta l’amarezza di constatare il livello raggiunto e la paura che l’entusiasmo iniziale per un ideale inseguito per anni possa scemare. Se proprio deve averne uno usato di cappello, allora che usi quello di suo padre, logoro per trent’anni di Protezione Civile. Malgrado tutto continuo a ripetergli: è naia, Tasi e Tira, ma è veramente dura.

    Lettera firmata

    Fa tristezza vedendo gli sprechi che ci sono in giro pensare a tagli che sembrano ispirati, più che altro, a scelte di cattivo gusto, più che ad un reale contenimento dei costi. Soprattutto considerando il significato del cappello e la valenza morale che ha per ogni alpino. Purtroppo l’amministrazione non ha anima e come tale si muove. Sta poi ai cittadini e agli alpini in particolare, portare nel tessuto sociale il supplemento di civiltà che il loro ruolo comporta.