I nostri volontari impegnati in Sardegna

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    Il disastro è avvenuto la notte di mercoledì 22 ottobre nelle località di Poggio dei Pini, Rio San Girolamo e Frutti d’Oro, tutte frazioni nel comune di Capoterra, nella parte sud orientale dell’isola, a 25 chilometri da Sassari. Questi sono sempre stati territori ad alto rischio idrogeologico con grave pregiudizio per le costruzioni edilizie, non di rado edificate su bacini fluviali in secca o su terreni paludosi bonificati e vicini ai fiumi, anche sotto il piano stradale.

    Nel corso degli ultimi dieci anni si sono verificate già tre catastrofiche alluvioni, ma in questa di fine ottobre ci sono stati anche cinque morti. Dopo un diluvio durato circa cinque ore durante le quali sono caduti circa 500 millimetri di pioggia, lo scenario si presentava catastrofico: ponti strappati dalla furia delle acque dei torrenti in piena, strade scomparse, auto trascinate dal fango, rete fognaria saltata, linee elettriche e idriche interrotte, case e scantinati allagati: danni incalcolabili.

    La sezione Sardegna è stata coinvolta solo il giorno dopo. A cinque ore dalla chiamata, dimostrando una perfetta organizzazione e preparazione, il gruppo di intervento della unità della Sezione, composto da 22 volontari resisi disponibili dopo aver lasciato il lavoro, ha raggiunto il posto del disastro. Preso contatto con il Centro Operativo Comunale, non avendo ricevuto alcuna particolare indicazione sull’attività da svolgere, i volontari hanno dapprima effettuato una perlustrazione per individuare le zone più disastrate e quindi hanno iniziato a rimuovere dal fango e dai detriti case, scantinati e garage.

    Per lo più si è trattato di case poste al di sotto del piano stradale, in prossimità dell’alveo del fiume, alla confluenza di una miriade di torrentelli. Nei primi cinque giorni di intervento la nostra Unità ha ripulito dal fango e dalle macerie otto abitazioni, ricevendo il riconoscimento ed il ringraziamento non solo dei proprietari delle abitazioni sinistrate, ma anche da altri volontari ai quali gli alpini avevano prestato aiuto in qualche situazione difficile.

    Come sempre avviene, il morale dei nostri alpini è stato sempre alto, tanto da coinvolgere anche gli abitanti in momenti di allegria (con canti alpini) nonostante la gravità della situazione. Gli ultimi due giorni sono stati dedicati, dopo esplicita richiesta da parte del Centro Operativo Misto, al censimento dei danni nelle frazioni coinvolte dal disastro idrogeologico. Qualche numero. L’impiego dell’Unità di Protezione civile della sezione Sardegna si è svolto dal 23 al 30 ottobre. L’impegno giornaliero è stato di circa 12 ore pro capite (dalle 7,30 del mattino alle 8 della sera) per complessive 2.165 ore di lavoro.

    Due settimane dopo, una nuova ondata di maltempo si è abbattuta nella zona del Medio Campidano, tra Barumini e Furtei dove, a Segariu, è tracimato il Rio Mannu provocando allagamenti di case e strade. Anche in questo caso l’Unità di Protezione civile della sezione Sardegna è intervenuta con dieci volontari per fornire aiuto e collaborazione alla popolazione. L’impegno è stato effettuato dal 5 al 7 novembre ed ha comportato complessivamente 370 ore di lavoro.

    Pubblicato sul numero di dicembre 2008 de L’Alpino.