Corrado Perona in visita al gen. Bruno Petti

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    Il nuovo comandante ha sottolineato la sinergia fra alpini in armi e in congedo, il nostro presidente ha illustrato le iniziate in programma per il 90º della fine della grande guerra Il gen. Claudio Mora ha svolto una relazione sull’operatività dei nostri reparti in Italia e all’estero.

    Il presidente nazionale Corrado Perona e i componenti del comitato di presidenza, Ivano Gentili, Alessandro Rossi, Marco Valditara, Michele Casini e il gen. Silverio Vecchio sono stati ricevuti, mercoledì 19 marzo, al Palazzo Alti Comandi di Bolzano dal gen. Bruno Petti, comandante delle Truppe alpine. All’incontro hanno partecipato il gen. Mora, i colonnelli Lunardon, Confalonieri, Zagli, il ten. col. Bertinotti e per L’Alpino il direttore Vittorio Brunello.

    Nel suo indirizzo di saluto il comandante Petti si è detto onorato di essere stato designato a comandare le Truppe alpine di cui apprezza da sempre lo spirito di corpo, la solidità morale e pertanto è particolarmente felice di accogliere i vertici dell’ANA per ribadire il senso di fratellanza e i forti legami che accomunano alpini in congedo e alpini in armi. Il presidente Perona ha sottolineato che un’associazione d’arma come la nostra si sente particolarmente vicina ai militari in servizio e mantiene stretti contatti con i reparti perché li considera la continuità naturale della nostra storia.

    Ha quindi colto l’occasione per illustrare il programma delle manifestazioni per il 90º della fine del primo conflitto mondiale. A partire dall’Adunata di Bassano, ci saranno cerimonie celebrative sui luoghi più significativi della memoria per concludere, la sera del 3 novembre a Trento, con un atto simbolico di resa degli onori ai seicento mila Caduti per l’unità d’Italia. In contemporanea, tutte le sezioni e tutti i gruppi in Italia e all’estero deporranno un fiore davanti ai monumenti ai Caduti e reciteranno la Preghiera dell’Alpino.

    Il gen. Mora, già comandante della brigata Julia e Capo di Stato Maggiore delle TT.AA., ha illustrato in sintesi l’evoluzione organizzativa dei reparti con le mostrine verdi, lo stato attuale e l’impiego degli 11.500 alpini in armi, di cui 600 donne. Il Comando Truppe alpine ha iniziato la sua esistenza nel 1935 come IV Corpo d’Armata, diventato IV Comando Militare Territoriale nel 1945, tornato 4º Corpo d’Armata nel ’52, per assumere l’attuale denominazione nel ’97.

    Si articola nella divisione Tridentina, unità teorica che ha il merito di conservare il nome della mitica divisione distintasi nella campagna di Russia, il Centro Addestramento Alpino di Aosta, la brigata Julia, unità multinazionale comprendente reparti sloveni e ungheresi, prima forza di reazione rapida europea (60 Italia, 20 Slovenia, 20 Ungheria), la Taurinense che ha alle sue dipendenze il Nizza Cavalleria e il 4º reggimento alpini paracadutisti Monte Cervino.

    A Fossano è di stanza il 1º reggimento di artiglieria da montagna, mentre il 3º è a Tolmezzo, i genieri a Trento. I reparti sono tutti dislocati in Piemonte e nel Triveneto, con la sola eccezione del 9º reggimento a L’Aquila. Ai brillanti successi ottenuti dai nostri alpini in ascensioni importanti sul Fitz Roy, via franco argentina (3.405 m.) in Patagonia e sul monte Vinson (4.897 m.) in Antartide, a testimonianza dell’importanza che ancora ricopre la montagna nell’addestramento, vanno evidenziate le operazioni all’estero già concluse (Kurdistan ’91, Mozambico ’93 ’94, Albania ’99 ’01, Iraq 2004 2006) e quelle in corso (Afganistan, Libano, Kosovo), con un impiego nel 2007 di circa 5.000 alpini.

    A questo sforzo di pacificazione va aggiunto l’aiuto umanitario alle popolazioni afflitte dal flagello della guerra. In collaborazione con istituzioni civili italiane sono stati ricostruiti ponti, scavati pozzi per l’acqua, distribuiti indumenti, medicinali, derrate alimentari e soprattutto alimentato un filo di speranza che i signori della guerra non avranno partita vinta. Sugli schermi della sala operativa sono state proiettate le ultime novità che riguardano l’equipaggiamento e l’armamento. I mezzi di trasporto (Puma 4×4 e 6×6, Lince VTLM, BV206S) e i sistemi d’arma attualmente in dotazione dispongono della migliore tecnologia e sono in grado di garantire una notevole sicurezza a fronte di attacchi individuali.

    In ogni caso, ci assicura il gen. Mora, non sono inferiori a quelli usati dalle altre unità internazionali. L’ampia e documentata esposizione ha fornito inoltre informazioni sull’attività del Servizio Meteomont, particolarmente prezioso per chi pratica la montagna, e il Soccorso Piste che per il momento vede impegnati una cinquantina di nostri militari. Nostri generali, come Primicerj, Graziano, Macor, Battisti occupano posti di comando di grande responsabilità internazionale a testimonianza dell’alto livello professionale degli ufficiali alpini e della reputazione e stima di cui godono i soldati italiani.

    Il gen. Mora a conclusione della sua esauriente esposizione ha sottolineato come anche i CaSTA, campionati invernali ormai entrati nell’agenda dell’addestramento alpino, costituiscano un riferimento importante di confronto con i militari di altri paesi e una testimonianza dell’alto livello addestrativo di specialità raggiunto dai nostri reparti. Il vicepresidente Valditara ha preso la parola per illustrare le finalità e le modalità del Premio fedeltà alla montagna 2008 sul Falzarego, in collaborazione con il comune di Cortina.

    La prima settimana di luglio si aprirà all’insegna della memoria, dell’alpinità e quindi la presenza di militari, magari impegnati in un’esercitazione in alta montagna, porterebbe senza dubbio un contributo significativo al successo della manifestazione e darebbe un ulteriore significato alla vicinanza tra gli alpini in congedo e quelli in servizio.

    Il presidente Perona, esprimendo il suo compiacimento e la sua ammirazione per l’eccellente organizzazione dei CaSTA, oltre che per i risultati ottenuti, ha manifestato il desiderio di vedere atleti militari presenti anche a qualche manifestazione sportiva in calendario ANA. Al quesito se è possibile avvicinare i giovani che, ultimato il servizio annuale o quadriennale, si congedano e potrebbero entrare nella nostra associazione, il comandante Petti ha risposto che per avere dei riscontri positivi bisogna attivare strumenti comunicativi moderni, vicini ai loro interessi.

    Solo così i giovani scoprono le opportunità e l’orgoglio di appartenere alla grande famiglia dell’ANA. A conclusione di una giornata di amichevole confronto tutti d’accordo su una riflessione del comandante Petti: tutti i paesi del mondo quando devono inviare in missione reparti destinati a zone di alta quota o particolarmente impervie si vedono costretti a creare unità speciali, con addestramento finalizzato a formare il soldato di montagna, e non sempre riescono ad ottenere risultati soddisfacenti. Noi abbiamo da oltre cent’anni una tradizione alpina di alta qualità che tutti ci invidiano. È compito nostro, ma non solo, conservarla e potenziarla.