COMO Gruppo Olgiate Comasco: settant'anni al servizio della gente

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    Il gruppo alpini di Olgiate Comasco che conta ben cento iscritti e circa 25 amici degli alpini ha celebrato il 70º anno della sua fondazione. Un’occasione per festeggiare una lunga storia di tradizione e di un impegno che ancora una volta è stato rinnovato con gesti semplici, a favore di tutta la comunità. Tra le attività di quest’anno c’è stata la ristrutturazione dell’attuale sede e l’inaugurazione di una targa per ricordare Lodovico Maino, alpino artigliere, che nel 1973 donò la bella residenza al gruppo.

    Dopo la messa al campo in prossimità del parco delle Rimembranze il gruppo ha voluto presentare alla cittadinanza un dipinto dedicato ai Caduti, posto sul muro esterno del cimitero, che il tempo aveva seriamente danneggiato e che è stato restaurato grazie all’intervento di esperti. Anche quest ‘anno, come è ormai consuetudine, gli alpini hanno voluto sostenere con i proventi delle loro iniziative la missione di padre Firmino Bernasconi, un concittadino che da anni opera in Congo a favore dei bambini e dei poveri, in una zona tormentata dalla guerra civile. E in effetti è proprio 1a solidarietà, il sentimento che sta alla base del gruppo alpini di Olgiate, a partire dalle origini.

    La storia del gruppo inizia a cavallo delle due guerre, quando nel 1936, infatti, un intraprendente ufficiale alpino, Cassiano Favino, fondò il primo nucleo delle penne nere scegliendo come sede il bar ‘Cigno’, in cui all’epoca si riuniva l’elite cittadina. Con il secondo conflitto mondiale il gruppo si disperse su più fronti, e fu solo a guerra conclusa che gli alpini poterono unirsi nel ricordo dell’amico Giovanni Tarchini, Medaglia d’Oro al Valor Militare, caduto sul fronte russo nel ’42. Un esempio che i compagni rimasti vollero prendere a modello, intitolando il gruppo proprio a suo nome.

    A lui fu dedicata la grande cerimonia che nel 1951, quando il testimone del capogruppo passò al vivace Rino Cattoni, richiamò su Olgiate numerose personalità. Vi presenziò l’eroe di Nikolajewka, il generale Luigi Reverberi, mentre il cappellano militare don Carlo Gnocchi celebrò la Messa. Il momento più commovente fu la consegna della medaglia d’Oro ai genitori di Giovanni Tarchini. Tra il 1951 e il 1968, grazie allo spirito socievole di Rino Cattoni, il gruppo diventò sempre più numeroso e vi si aggiunsero i nuclei di Cavallasca, Drezzo, Faloppio, Parè, ecc.

    A Cattoni si deve anche la nascita della fanfara, che ancora oggi è una presenza importantissima in tutte le attività e nei raduni regionali e nazionali. Nel 1969 è Mario Crignola a prendere la guida del gruppo, l’ultimo dei capigruppo ex combattenti. Sotto la sua direzione, durata fino al 1989, nasce la sezione tiratori , grazie anche all’apporto di Carlo Fresoli, attuale responsabile del gruppo. Le numerose attività verranno di volta in volta portate avanti dalla dedizione di Renato Gatti (capogruppo dal 1993 al 1998), Luigi Fasola (dal 1999 a 2001) fino ad arrivare ad oggi con la direzione di Adriano Quercini.

    In questi anni gli alpini si sono impegnati nella Protezione civile, nella raccolta di alimenti da inviare alle popolazioni disagiate (la cosiddetta colletta alimentare), nella visita alle scuole, nei presidi sanitari promossi dall’Avis per sensibilizzare l’opinione pubblica alla donazione di sangue, nella manutenzione di monumenti e sentieri di montagna, e hanno contribuito a sostenere tutte le associazioni del territorio, partecipando alle loro manifestazioni. Sempre più motivati gli alpini di Olgiate si sentono, oggi più che mai, parte del grande Corpo degli Alpini e vanno orgogliosi della lunga tradizione che li precede, fatta di vite generose e oneste.

    Veronica Fallini