Coltiviamo i nostri valori

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    Caro direttore, nel condividere in toto il contenuto della nota del nostro vice Presidente Ercole, pubblicata nel numero di aprile, consentimi di aggiungere alcune ulteriori riflessioni. La crisi morale diffusa in Occidente parte da lontano. Da anni vengono messi sotto accusa i valori non negoziabili dai media dominati dal pensiero unico. Se si difende la fede cristiana e la tradizione si viene tacciati di oscurantismo. Guai poi a sintetizzare in Dio, Patria e Famiglia. In sostanza le nuove ideologie positive mirano a cancellare la nostra storia, la nostra cultura e la nostra identità nazionale. A ciò spinge l’uso incondizionato dei social soprattutto da parte dei giovani i quali, senza valori di riferimento, scivolano verso un neo paganesimo tecnologico. I nuovi idoli sono Facebook, Instagram, Twitter, ecc. Quanto infine agli immigrati musulmani, bisogna dare loro atto dell’attaccamento alla loro cultura e all’Islam che mai trascurano di osservare. Per un civile confronto l’Europa non dimentichi la propria identità e si “sottometta volontariamente”, come preconizza Michel Houellebecq. A noi alpini anche il compito di coltivare i nostri valori.

    Francesco Sciarretta Capogruppo di Trasacco, Sezione Abruzzi

    Caro Francesco, la cultura giudaico-cristiana dell’Occidente, da duemila anni, era solita a leggere i fatti guardando oltre il dato biologico-scientifico. In ogni cosa si nascondeva un senso e quel senso, nel bene e nel male, attivava relazioni. Di aiuto coi deboli, di correzione coi fragili… Oggi tutto è ricondotto a fatto in sé, cui sono chiamati a interessarsi e rispondere la politica, la scienza e la tecnica. Questo ha finito per creare una pericolosa cultura individualista. I problemi sono di chi li ha e nessuno è chiamato a farsene carico, se non la politica, la scienza e la tecnica. Fuori di questo ambito è solo disturbo.