Che la terra ti sia lieve

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    Ho osato sperare che non finisse così. Ho creduto fino in fondo che Beppe Parazzini, il “Presidente” potesse superare le nefaste gravità del male. Così non è stato. L’esistenza di ciascuno di noi dispensa gioie e dolori, fortune e sventure. Oggi è sventura perché il Beppe è “andato avanti”. Mi sento più solo, non riesco ad attenuare il dispiacere che mi avvolge, reagisco facendo ricorso alla memoria, ai momenti condivisi durante la entusiasmante vita associativa, alle battaglie combattute con le armi della passione, della dedizione, della convinzione e se le motivazioni più forti le ho avute dai “veci” e che ho cercato di trasmetterle ai “bocia”, è soprattutto perché ho avuto la fortuna di operare con amici splendidi quanto preparati, e Beppe ne è stato l’esempio più significativo. Piango per averlo perduto ma ringrazio per averlo avuto. Sempre ricorderò la sua spiccata intelligenza, la sua prontezza, la sua onestà morale, soprattutto il suo credo associativo che era solito sfoderare nei momenti di grave tensione, vedi l’approvazione della legge che ha decretato la sospensione della leva obbligatoria. Lottò, a ragione, contro tutto e tutti senza esclusione e senza remore anche nei confronti di coloro i quali, nel momento del bisogno, girarono i tacchi. Guidò l’Associazione con dedizione alpina, serrò le fila quando lo ritenne necessario senza prestare il fianco a chicchessia. Ha amato i suoi alpini che guidò con l’esempio e trascinò con il suo formidabile sorriso. Sempre a testa alta in ogni frangente perché nulla aveva da recriminare. È stata la sua risposta alla vita, convinto come era di essere nel giusto poiché ci sono valori che non si barattano. Attraverso il proprio operare ha dato e avuto. Questa è la grande verità. Facciamone tesoro, soprattutto riflettiamo se non è il caso, oggi, di guardarci serenamente negli occhi. Forse potrebbe essere opportuno. Non posso non tracciare il profilo del Beppe in libera uscita, durante i momenti di pausa, di festa e di libertà. Sapeva vivere alla grande, faceva le ore piccole, non si formalizzava perché non era nel suo stile. Amava cantare per innata passione ma anche per fedeltà alla tradizione. Si divertiva un mondo coinvolgendo tutti quanti. Formidabile Presidente, come faremo senza di te? Vedremo di proseguire anche se il magone sarà tanto. Quando di noi rimarrà solo un ricordo non verranno meno, ne sono certo, i sentimenti, l’amicizia, la lealtà, la passione, poiché tutto sarà ancora vivo e farà memoria. A Luca e Chicco, ai familiari, va tutto il mio e nostro affetto, la nostra vicinanza. Il ricordo di papà rimarrà intatto. Caro Beppe, riposa in pace. Sit tibi terra levis.

    Corrado Perona
    Presidente nazionale emerito