Benvenuti, alpini della seconda naja

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    L’incontro con gli alpini delle sezioni all’estero.

    La cerimonia del saluto agli alpini delle sezioni all’estero è forse la più commovente di quelle previste dal calendario dell’Adunata.
    Una cerimonia che potrebbe sembrare scontata, una presenza la loro che potrebbe sembrare naturale. Non è così, perché per essere nella città dell’Adunata questi alpini sono quelli che fanno i maggiori sacrifici. Qualcuno si prepara per anni, risparmia per anni per poter venire. Ci sono gruppi che si tassano per poi partire per l’Italia solo quando è giunto il loro turno. Era quindi giusto che a salutarli, con il presidente e tutto il Consiglio nazionale, ci fossero le più alte autorità: il sindaco, il presidente della Regione, il comandante delle Truppe alpine, il sottosegretario Gagliardi che rappresentava il governo italiano e che ha dato loro il benvenuto ringraziandoli perché nei paesi in cui vivono tengono alto l’onore dell’Italia.
    Significativa anche la presenza di delegazioni delle consorelle associazioni d’Arma francese, svizzera e tedesca (quest’ultima composta da Gebirgsjaeger della scuola alpina di Mittenwald, che alle adunate sono ormai di casa).
    Gli interventi, moderati dal consigliere nazionale Vittorio Brunello, delegato ai contatti con le sezioni all’estero, sono iniziati con il saluto del presidente della Regione Valle d’Aosta Roberto Louvin. Tutti i 74 Comuni della valle accolgono con orgoglio gli alpini dell’Italia e del mondo, ha esordito Louvin, lodando le qualità degli alpini e ricordando il sacrificio dei Caduti ai quali in ogni paese della valle è dedicato un monumento. Ha parlato dei sacrifici compiuti in tempo di guerra, ma anche della solidarietà alpina in tempo di pace. Quando la valle ne ha avuto bisogno, quando i valdostani si sono trovati in ginocchio, nell’ottobre del Duemila, piegati da una terribile alluvione, voi c’eravate, vicini a noi. Grazie alpini, grazie per tutto quello che state facendo con generosità, con spirito altruistico, nell’interesse non di uno solo ma di tutta la comunità. In tempi nei quali sempre di più si lavora per la propria carriera, il proprio individuale benessere, voi dimostrate ancora che è solo lavorando insieme, solo lavorando gli uni per gli altri che si può progredire. È un modello, ma è anche uno stile di vita. Ed è per questo che vi accogliamo con orgoglio, per coronare il sogno di una sezione che è diventato il desiderio di tutta una regione: quello di vedervi tornare a casa .
    Guido Grimod, sindaco di Aosta, ha portato anche da parte dei sindaci della valle il suo saluto agli alpini giunti dall’estero. Siamo qui per rendere omaggio ai valori dell’alpinità ha detto Grimod una alpinità forgiata dalla montagna, un ambiente che spinge a mettersi insieme per risolvere i problemi . E ha continuato: Oggi siamo in questa sala per rendere omaggio a chi, nel mondo, diffonde questi valori. A loro rendiamo un omaggio particolare, per quanto fanno, per il loro attaccamento all’Italia . Dopo il saluto di benvenuto del presidente della sezione Coquillard, ha parlato il ten. generale Bruno Iob, comandante le Truppe alpine. Ha ringraziato tutti i valdostani che dal 1934 accolgono gli alpini a braccia aperte e ricordato la nascita dal battaglione Aosta, il museo dedicato al 4º reggimento Alpini, le migliaia di giovani ufficiali e sottufficiali, che qui ad Aosta si sono formati come comandanti . Quando mi è capitato di andare all’estero ha detto ancora Iob ho cercato sempre di incontrare gli alpini in congedo ricordo un incontro in Argentina e devo dire che ogni volta ho provato forti emozioni nel vedere persone che nonostante i molti anni trascorsi all’estero mantengono ancora stretti legami con l’Italia e conservano l’orgoglio di essere italiani. Anzi, direi che col passare del tempo questi legami si stringono sempre di più. Qui ad Aosta ha concluso Iob c’è la Scuola militare alpina: è la nostra università della montagna. Il mio impegno è proprio quello di mantenerla al livello che è stato conseguito attraverso il sacrificio, le capacità di molti. Questa è una fucina di atleti, di alpini, di uomini. Ringrazio tutti e in modo particolare il presidente Parazzini che ha voluto portare l’Adunata in questa bellissima città e in questa bellissima valle . Arrivando in val d’Aosta si ha sempre una sensazione di grande piacevolezza ha esordito poi il sottosegretario Gagliardi ma vedendo la vallata invasa dagli alpini si ha una ulteriore sensazione di ottimismo. Gli alpini rappresentano nel nostro Paese grandi storie di sacrifici, di onori. Sono un grande elemento di immagine dell’Italia nel mondo. Io sono genovese e ha continuato il sottosegretario due anni fa la comunità genovese si preparava ad accogliere gli alpini con un sorriso, ma anche con qualche preoccupazione: sono tanti , faranno chiasso bevono Ebbene, ancora oggi i genovesi ricordano gli alpini che hanno lasciato un’immagine di grande compostezza, di ordine, di pulizia e soprattutto di gioia. Quando penso agli alpini penso al loro cameratismo, al loro sacrificio, alla loro capacità di rendere facili anche le cose difficili, al loro altruismo che li fa accorrere sempre in
    prima linea nelle operazioni di pace, negli interventi di soccorso .
    Rivolgendosi poi agli alpini nel mondo che con il loro lavoro e il loro modello di vita rendono onore all’Italia il sottosegretario ha concluso: Vi ringrazio a nome del Paese . Il presidente Parazzini ha ricordato quanto siano stimati i nostri alpini che vivono all’estero, e come molti di loro approfittino dell’Adunata per tornare a baita . Sono gli alpini della seconda naia: la prima per compiere il dovere costituzionalmente sancito, la seconda andando all’estero, creando prestigio all’Italia evidenziando la loro laboriosità, la dignità e il senso del dovere. Ecco quindi ha continuato Parazzini che l’Associazione vuole dare a questi nostri fratelli che si trovano all’estero un segno tangibile di affetto, dedicando loro una parte dell’Adunata per accoglierli in modo dignitoso e sottolineare questa amicizia. Voglio anche sottolineare il saluto che il ministro per gli italiani nel mondo, onorevole Tremaglia, ha inviato all’Associazione Nazionale Alpini ricordando che ormai l’esercizio del diritto di voto per gli italiani emigrati è imminente. Siccome sono un po’ partigiano, ricordo che la prima iniziativa per dare il diritto di voto agli italiani che si trovano all’estero è partita proprio dall’Associazione con una proposta di legge sorretta da una sottoscrizione che avrebbe dovuto raccogliere cinquantamila firme e che invece ne raccolse trecentomila . Aggiungo anche ha continuato Parazzini che il disegno di legge formulato dall’ANA era composto da pochissimi articoli, molto più semplici dell’attuale legge . Parazzini ha quindi salutato la delegazione eritrea, una delegazione ad alto livello, composta dal ministro della Difesa generale Sabat Efrem, del Turismo signora Amna Nerhuscen, del Commercio Gherghis, dell’Industria Teclemarian, accompagnati dal governatore di Adikuala, Cassai, di Keren, Said Barre, dai generali Valenti Pala e Biniam Fsaie.
    Ricordiamo che recentemente il consigliere nazionale Vittorio Brunello, con il vice presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Piergianni Prosperini, ha guidato un gruppo di alpini in Eritrea, in un pellegrinaggio su iniziativa dell’alpino del gruppo di Bresso (Milano) Giuseppe Parozzi. In questa circostanza le autorità eritree hanno accolto con grande disponibilità e cortesia gli alpini, fornendo tutto
    l’aiuto possibile alla nostra delegazione durante la visita ai cimiteri militari (ottimamente mantenuti) dove riposano migliaia di soldati italiani .
    Riferendosi alla delegazione eritrea presente all’Adunata, Parazzini ha continuato: A loro va il grazie dell’Associazione e dell’Italia, perché è davvero c
    ommovente il culto che la Repubblica Eritrea riserva a questi nostri Caduti: è per noi tutti una lezione di storia e di cultura . Un lungo applauso ha sottolineato le parole del presidente, che ha continuato: E poiché gli alpini sono usi a ricordare i morti aiutando i vivi, vedremo se sarà possibile canalizzare una iniziativa sociale per sdebitarci nei confronti del popolo eritreo .
    Parazzini ha concluso augurando a tutti una buona Adunata, all’insegna di Viva l’Italia, viva gli alpini, viva la Vallée.