Belluno Kabul: operazione ospedale

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    In una bella giornata di sole si è svolta la cerimonia d’inaugurazione della clinica, costruita sotto la supervisione del Contingente italiano nel villaggio di Shahrak e Dwazdah Imam, nel Distretto 13 di Kabul. Si è completato, così, un progetto avviato alcuni mesi or sono, volto alla realizzazione di una struttura sanitaria di primo soccorso con capacità di trattamento dei pazienti, e di effettuare esami diagnostici di base.

    L’iniziativa, voluta dalla Provincia di Belluno nell’ottobre del 2006, è stata denominata Progetto Belluno Kabul prevedeva un poliambulatorio di 250 metri quadrati. La struttura, oggi completata, è articolata secondo il moderno concetto di nosocomio suddiviso in ambulatori, sale diagnostiche, sale visite, ambulatori di vaccinazione, corsie, uffici vari e accettazione degli ammalati.

    Grazie agli arredamenti (95 letti completi da ospedale; arredi clinici; materiale monouso quale camici, guanti e mascherine sterili), si riusciranno a soddisfare le esigenze di circa 60.000 persone del Distretto 13 della capitale afgana.

    Le autorità locali presenti alla cerimonia, tra cui il presidente della Commissione Istruzione e Affari Religiosi del Parlamento afgano Haji Mohammad Mohaqiq, hanno espresso parole di apprezzamento per la clinica e per il popolo italiano, da anni amico e vicino alle esigenze degli afghani .

    Quest’opera si inscrive in un più vasto ambito di intervento dei militari italiani in Afghanistan, che spazia dalla sanità, alla formazione avanzata dell’esercito e della polizia locali e alla distribuzione di aiuti umanitari di vario genere. Il funzionamento del poliambulatorio sarà gestito da una organizzazione non governativa locale, che avrà il compito di gestire il personale sanitario e parasanitario della struttura.

    Il colonnello Andrea Mulciri, comandante del contingente italiano, ha sottolineato a margine della cerimonia, che senza la collaborazione degli afghani, non è possibile realizzare alcun progetto di assistenza o di aiuto e che: la sicurezza è condizione indispensabile per la ripresa della vita socio economica dell’Afghanistan .

    A Kabul, i militari del contingente italiano operano da anni a fianco del governo del Presidente Karzai per rendere possibile la ripresa della normalità della vita sociale dopo tanti anni di guerra e disgregazione sociale. L’Afghanistan è un paese tra i più poveri del mondo, grande tre volte l’Italia, con una mortalità infantile raccapricciante, dove le condizioni sanitarie della popolazione sono precarie e ai limiti della sopravvivenza. Un uomo vive in media 45 anni, spesso tra malattie e stenti.

    In tale contesto, il mandato delle Nazioni Unite prevede che la forza multinazionale di cui l’Italia fa parte, contribuisca a rendere più sicuro e stabile il paese grazie ad una serie di iniziative che spaziano dall’assistenza sanitaria nei confronti della popolazione, all’istruzione dell’esercito e della polizia locale; dall’avvio di progetti per la valorizzazione di vecchie e nuove infrastrutture scolastiche ed universitarie, alla realizzazione di pozzi d’acqua, nonché alla distribuzione di aiuti umanitari di vario genere. Ovviamente, non ci sarebbero le condizioni per operare nei confronti della popolazione di Kabul senza una costante e capillare opera di vigilanza e controllo del territorio: la sicurezza infatti è condizione indispensabile per poter assicurare assistenza e sviluppo.

     

    Ten. Giuseppe Genovesi

     

    Pubblicato sul numero di gennaio 2009 de L’Alpino.