“Avanti, sul loro esempio morale”

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    La pioggia battente dei giorni precedenti, proseguita fino all’alba della domenica, impediva d’essere ottimisti sul regolare svolgimento della manifestazione. Poi l’improvviso aprirsi delle nuvole ha lasciato spazio a un pallido sole che ha preso forza risplendendo sulla magica valle di San Daniele.

     

    Ma già di buon mattino erano cominciati gli arrivi degli alpini che in poco tempo hanno occupato l’area davanti all’altare e alla campana dei Caduti con vessilli, labari, gagliardetti, gonfaloni e la banda di Cison di Valmarino. Dopo l’alzabandiera sono state inaugurate targhe a ricordo dei Caduti delle sezioni di Gorizia, Pavia, Torino e Venezia, presenti il presidente nazionale Corrado Perona, il col. Sfarra comandante del 7° Alpini, i presidenti sezionali Angelo Biz (Vittorio Veneto), Franco Munarini (Venezia), Carlo Gatti (Pavia), Paolo Verdoliva (Gorizia) e Gianfranco Revello (Torino) e numerosi sindaci del territorio.

    Dopo il saluto di Claudio Trampetti, presidente del comitato per il Bosco delle Penne Mozze, l’intervento del nostro presidente nazionale. “Questo bosco – ha esordito Corrado Perona – ci richiama alla riconoscenza e al ricordo dei nostri Caduti che hanno segnato la storia”, ed ha proseguito affermando che sul loro esempio dovremo risollevare l’Italia dall’impoverimento più morale che finanziario in cui si viene a trovare. A questo impegno ha sollecitato i numerosi sindaci presenti. Perona ha quindi apprezzato la lungimiranza di chi ha realizzato il “Bosco” e che, inizialmente voluto come Memoriale dei Caduti della provincia di Treviso, ha aperto l’opportunità del ricordo anche ad altre Sezioni in modo tale da renderlo un monumento a livello nazionale.

    Avviandosi alla conclusione, il presidente ha ricordato che gli alpini hanno sempre risposto con i fatti alle difficoltà e che “l’Italia ha ancora bisogno dei nostri 4.400 Gruppi come esempio di una società civile che ama il proprio Paese”. Anche il vescovo emerito di Trieste, mons. Eugenio Ravignani, che ha celebrato la Messa – accompagnata dai canti del coro ANA di Vittorio Veneto – dopo aver ricordato la sua precedente visita quando era presule della Diocesi di Vittorio Veneto, ha ribadito analoghi concetti, rivolgendo ai presenti un caloroso appello a sostenere il Paese in un momento di grave difficoltà, auspicando che “non vengano mai meno speranza e impegno per uno sviluppo ordinato, convivenza seria, pacifica e rispettosa di ogni essere umano”. Il vescovo ha concluso esortando i “veci” e i “bocia” affinché aiutino sempre, come sanno fare, quanti sono nella povertà e nel bisogno. Tutta la cerimonia si è svolta in un’atmosfera di religioso raccoglimento, accompagnata dalle note della banda di Cison di Valmarino e dal canto del coro ANA di Vittorio Veneto. (c.t.)