Alpini e don Matteo

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    Nel programma di RAI 1 Don Matteo di inizio marzo ha fatto due o tre brevi apparizioni la figura di un alpino di Gubbio con tanto di cappello e penna, la cui utilità ai fini del racconto era non soltanto superflua, ma anche scenicamente riprovevole. Il personaggio era un vecchio alpino un po’ svanito che interveniva a sproposito nelle indagini del maresciallo dei Carabinieri, e che si toglieva dai piedi solo se il maresciallo glielo ordinava in linguaggio militare. Scene pietose. Nessuna voce si è levata dalle istituzioni alpine per contestare alla RAI di aver messo in ridicolo un alpino, per di più anziano.

    Francesco Ferrero Asti

    Non ho visto il filmato perché dedico sempre meno tempo alla televisione. C’è una regressione qualitativa dei programmi che mi spinge a tenere spento il televisore. Non sorprende quindi che per nobilitare qualche personaggio si ricorra al cliché dell’alpinotto un po’ tonto, che dovrebbe far necessariamente ridere. La povertà di fantasia, la ripetitività dei soggetti, l’ignoranza della storia e la mancanza elementare di rispetto nei confronti di chi non può e non vuole far del male per difendersi sono purtroppo delle costanti che (s)qualificano il livello di alcuni programmi TV. Perché non mettono alla berlina i potenti che screditano l’Italia? Contestare?Non ne vale la pena. La stima e la simpatia nei nostri confronti da parte della società civile ci sono e le tocchiamo con mano in ogni nostra manifestazione. Molto meno nei confronti di chi crede di ridicolizzare il nostro cappello e con quello la nostra reputazione di uomini concreti, coraggiosi, altruisti. Non dei rimbambiti.