Alpini della seconda naja

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    Ho letto nel numero di aprile con quale orgoglio l’alpino Morando, che vive in Canada, scrive della nostra bella Italia. A mia volta ho conosciuto a Toronto il signor Lino Maniezzo che non ha fatto la naja ma che tiene sempre sul poggiolo sia il Tricolore che la bandiera del comune di Bolzano, sua città natale. Del resto a Toronto esiste un quartiere italiano dove molti tengono perennemente esposto il nostro vessillo.

    Romolo Storti Bolzano

    Qui in Italia persino il 25 aprile ha visto pochissimi Tricolori alle finestre. Nulla smuove dall’ignavia i nostri concittadini. È triste constatare che anche i nostri iscritti si adeguano; eppure ci vuole così poco a esporre il nostro drappo almeno nelle Feste nazionali e alpine! Che sono poi solo cinque: 2 giugno, 4 novembre, 25 aprile, 22 settembre e 15 ottobre. Sono un ultraottantenne che nel cuore ha il ricordo del suo reggimento, il 1º Alpini e gli amici lasciati in terra di Russia. Sono emigrato nel 1947, iscritto alla sezione di Toronto (Canada). Anelo di tornare in Italia che non vedo dal 1989 per tornare sui luoghi della mia naja: Mondovì, Cuneo, Milano. Purtroppo la pensione di guerra che percepisco unita a quella americana non me lo permette. Da 14 anni sono presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci di Cleveland (Ohio): novanta commilitoni di varie Armi, ma niente alpini. Ogni 4 novembre commemoriamo i nostri fratelli Caduti.

    Sal Navarra Cleveland (USA)

    Lei, come tanti altri alpini, ci fornisce un esempio di attaccamento alla Patria esaltato dal fatto che risiede da una vita all’estero. Penso alla sezione che dirige e dico: ecco un gruppo di italiani di cui andare orgogliosi.