Al Bernadia, faro di alpinit

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    In una tersa giornata settembrina, con il sole che illuminava la campagna friulana sottostante, si è svolto l’annuale pellegrinaggio sul Monte Bernadia, dalla cui sommità il monumento faro costruito a memoria dei Caduti della Julia domina il Tarcentino. Come tutti gli anni questa manifestazione, che è l’ultima delle tre a livello sezionale (le altre due si svolgono al Sacrario di Cargnacco e al Monte di Muris) ha richiamato un migliaio di persone, alpini e non.

    Quest’anno il pellegrinaggio era reso ancora più solenne dalla presenza del Labaro, scortato dal vice presidente nazionale vicario Marco Valditara e dai consiglieri nazionali Chiofalo, Geronazzo e Munarini e dal neo revisore dei conti nazionale, il nostro iscritto, Ernestino Baradello. Numerosa anche la rappresentanza di vessilli di altre sezioni, a testimoniare quanto questa celebrazione sia sentita. Facevano infatti ala alla manifestazione i vessilli di Gorizia, Venezia, Aosta, Carnica, Gemona, Conegliano, Treviso, Milano Cadore, oltre a quello australiano di Brisbane.

    Con i vessilli alpini, c’erano anche quelli di altre associazioni d’Arma. Una sessantina i gagliardetti. Rendeva gli onori un picchetto dell’8º Reggimento alpini, con la fanfara della brigata alpina Julia. E poi, il generale Rossi assieme a numerosi ufficiali e sottufficiali, rappresentanti della Regione, Provincia e sindaci dei Comuni vicini. Le cerimonie hanno avuto inizio con l’alzabandiera e con l’ingresso sulla spianata, prospiciente la scalinata che porta al faro, del Labaro e del gonfalone della città di Tarcento.

    Hanno quindi preso la parola il sindaco di Tarcento Pinosa, l’assessore regionale Ciani il quale tra le altre cose ha ricordato come la Protezione civile nazionale sia nata proprio in Friuli, con gli alpini. Il vice presidente vicario Marco Valditara ha portato i saluti del presidente Perona impegnato in altre celebrazioni, ringraziato il presidente sezionale Soravito e salutato con trasporto i reduci presenti, Floretti, Zurini e Biasizzo. Ha ricordato inoltre l’importanza del 90º dell’ANA, celebrato ovunque come una grande festa. E venendo a epoche più recenti, il sessantesimo anniversario della rifondazione della brigata alpina Julia, avvenuta nell’autunno del 1949.

    Valditara ha infine ricordato quanti vollero, avvocato Mattighello in testa, la costruzione del monumento faro, elevato poi al livello di sacrario quando nella cripta vennero inumati i resti di 6 Caduti alpini della Julia. A chiusura degli interventi, il generale Gianfranco Rossi, comandante della brigata Julia, unendosi alle parole di chi l’aveva preceduto nel saluto ai reduci e nell’onore ai Caduti, ha assicurato che gli alpini di oggi sono i continuatori di quel modo di fare e di pensare di coloro che in passato hanno portato le fiamme verdi.

    Quindi la Santa Messa, celebrata dal cappellano militare don Giuseppe Ganciu, accompagnata, come ogni anno, dalle armoniose voci del Coro Bernadia . Al termine le autorità hanno depositato corone di alloro nel sacello ricavato all’interno del monumento faro. Conclusa la parte celebrativa e di rimembranza, al rompete le righe è seguita la parte festosa dell’avvenimento, con il rancio alpino, e più tardi, il naturale nascere di cori spontanei.

    Luigi Renzo Rovaris

    Pubblicato sul numero di ottobre 2009 de L’Alpino.