Affidata agli alpini la medaglia di un Caduto in Russia

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    Nel dicembre del 1942, nei giorni precedenti il Natale, il battaglione Aquila del 9º Alpini venne annientato durante l’eroica resistenza ai soverchianti attacchi russi. Il 22 dicembre, a Ivanowka, cadeva il caporale Armando Borgo, che dopo aver affidato la mitragliatrice a due compagni era andato all’assalto alla baionetta con pochi prodi per consentire al resto dei superstiti di attestarsi più indietro. Aveva 22 anni. Alla sua memoria fu concessa la medaglia d’Argento al Valor Militare, una decorazione conservata gelosamente come una reliquia in tutti questi anni dalla sorella Guerrina, oggi 95enne.

    È stata proprio lei a decidere di affidare ora la medaglia agli alpini del gruppo guidato da Narciso Busato, con il consenso di tutti i famigliari e l’interessamento del sindaco Tiziano Busato, al quale il gruppo alpini deve una bellissima sede accanto al palazzo municipale. La medaglia sia collocata nel punto più in vista della sede e sia onorata , ha ammonito il presidente della Sezione Giuseppe Galvanin, giunto con il vessillo, alfiere l’alpina Denise De Rosso, nipote del Caduto.

    La cerimonia è stata l’intermezzo semplice ma commovente, della celebrazione del 4 Novembre nello spirito del 150º dell’Unità, alla quale il sindaco aveva invitato anche i ragazzi delle scuole medie. Perché i giovani ha detto nel suo intervento devono imparare a conoscere il significato di questa data . Partendo dalla Grande Guerra, il sindaco ha svolto una vera e propria lezione di storia patria e di educazione civile, evidenziando il sacrificio di tanti Caduti, anche durante la Resistenza ed ha invitato i giovani ad essere vicini ai nostri militari in missione all’estero. Non abbandoniamoli, induciamoli a persistere a moltiplicare gli sforzi per onorare quei ragazzi caduti in missione e dare un alto significato al loro sacrificio . Ed ha concluso: Rinnoviamo la riconoscenza inchinando il capo e lo spirito alla memoria di tutti coloro che hanno lealmente servito e difeso la Patria . Alla cerimonia era presente anche la signora Luigina Peretto, figlia dell’alpino Luigi Peretto che soccorse Armando ormai morente, uno dei pochi a tornare dalla Russia.

    Pubblicato sul numero di dicembre 2010 de L’Alpino.