A Redipuglia, Sacrario dei nostri Caduti

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    La commemorazione del 4 Novembre al sacrario militare di Redipuglia è un appuntamento d’obbligo della nostra storia contemporanea perché rappresenta il sacrificio del popolo italiano nel travagliato cammino dell’unità nazionale. In questo che è il più grande cimitero militare d’Italia giungono ogni anno le massime autorità a rendere omaggio ai centomila Caduti nella prima guerra mondiale che qui sono raccolti e, per estensione, agli altri cinquecentomila e a quelli del secondo conflitto.

     

    Quest’anno c’erano il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini in rappresentanza del Capo dello Stato, il sottosegretario all’Interno Saverio Ruperto per il governo, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito gen. C.A. Claudio Graziano, il prefetto di Gorizia Maria Assunta Marrosu. E inoltre le rappresentanze di tutte le Associazioni d’Arma, compresa la nostra con il Labaro, scortato dal vice presidente nazionale Nino Geronazzo, dai consiglieri nazionali Gianni Cedermaz, Renato Cisilin, Antonio Munari e Angelo Pandolfo; tanti vessilli con i presidenti di Sezione e alpini con i gagliardetti di Gruppo.

    Momenti particolari sono stati l’arrivo della Fiaccola della Fraternità – portata da una staffetta di alpini – che dal tempio- ossario di Timau è transitata, come una Via Crucis della memoria, per i vari cimiteri militari disseminati in quella che fu terra di battaglie, fino a Redupuglia – e l’accensione del tripode del Sacrario, il momento più solenne del ricordo. Altri momenti sono stati quelli d’obbligo da cerimoniale: la deposizione di una corona, la Preghiera per la Patria (il Cielo sa quanto ne abbiamo bisogno!), la lettura della motivazione della Medaglia d’Oro al Milite Ignoto, i discorsi delle autorità.