A proposito del Servizio d'Ordine

    0
    65

    Caro direttore,

    in un recente libro di ricordi, un’appendice riporta inesattezze inaccettabili là dove vorrebbe ricostruire la storia del Servizio d’ordine nazionale. Leggiamo per ordine: (il Servizio d’Ordine) è nato nel 1967 primo responsabile del Servizio fu l’Avv. Sulfaro di Genova e comandante il capitano Puppo, coadiuvato dal Procuratore della Repubblica Sossi .

    Non è assolutamente vero: il servizio nacque nel ’65 a Trieste, con comandante il sottoscritto e vice comandante il cap. Ugo Maura. Armando Puppo aveva la qualifica di aiutante maggiore , anche se si deve riconoscere che soltanto grazie alla sua ammirevole capacità organizzativa il Servizio ebbe, da subito, un encomiabile e perfetto funzionamento tecnico militare.

    I successivi comandanti furono, nell’ordine: il col. Bruno di Pinerolo, il cap. Beltrami, il maresciallo Bruno e l’attuale Balossini. La seconda, più grave inesattezza (che vorrei tanto sapere da chi è stata raccontata) riguarda ed offende l’alpino Dr. Mario Sossi, presidente della prima sezione penale della Corte di Cassazione. Leggiamo insieme: nel 1974 il Servizio d’Ordine viene sciolto, perché, purtroppo, politicizzato, accentrato tutto nelle mani di Puppo e Sossi, che pare girassero armati sequestrando bancarelle e arrivando qualche volta, con gli alpini partecipanti all’adunata, a vie di fatto .

    L’affermazione sarebbe addirittura ridicola, se non fosse gravemente offensiva. Il dottor Sossi mi ha incaricato di chiederti la cortesia di puntualizzare quanto segue:

    1) ha militato nel Servizio d’Ordine soltanto per 4 anni. Nel 1974 egli non c’era (per inciso, credo che il Servizio sia stato temporaneamente sospeso a causa dei costi eccessivi dell’anno precedente, a Napoli);

    2) non è mai stato iscritto a partiti politici; non si vede come si possa accusarlo d’essere stato politicizzato ;

    3) era, ovviamente, disarmato. Soltanto dopo il suo rapimento da parte delle Brigate rosse chiese ed ottenne il porto d’armi;

    4) non avrebbe potuto sequestrare alcunché (salvo non commettere grave reato); si limitò a segnalare come facciamo tutti ad ogni adunata lo sconcio della vendita di cappelli alpini, sulle bancarelle;

    5) ovviamente, mai venne a vie di fatto con chicchessia.

    Ti ringrazio, anche a nome dell’amico Mario Sossi, per il certo accoglimento di questa puntualizzazione e ti prego di accogliere i miei più cordiali saluti alpini.

    Antonio Sulfaro