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sabato, 14 Giugno 2025

Una vita da film

Molti sanno che Walter Bonatti, leggenda dell'alpinismo e non solo, ha svolto il servizio militare nelle Truppe Alpine, ma pochi che è stato socio dell'Ana per decenni. Iscritto sessant'anni fa, dal 1958 fino al 2011, anno della sua morte, al Gruppo di Semonte, frazione di Vertova (Bergamo). Bonatti nacque a Bergamo nel 1930, si trasferì poi con la famiglia a Monza, ma negli anni della Seconda Guerra Mondiale, per sfuggire ai pericoli conseguenti ai bombardamenti degli stabilimenti siderurgici della zona, traslocò con la mamma a Semonte, presso la casa di una zia. Frequentò le scuole medie presso la Casa del Fanciullo dell'ordine di Malta con sede a Gazzaniga.

Bologna e il dramma dei deportati

Non vi nascondo che essere presente a Bosovizza, lo scorso 10 febbraio, e rappresentare Bologna, per quella commemorazione che vuole tenere vivo il ricordo delle vittime delle Foibe, per permetterci di non incappare e non più perpetrare future nefandezze atroci, non è stato semplice. Ho un’età nella cui infanzia è sempre stata censurata la storia riguardante le luttuose vicende legate alle Foibe. Per fortuna le verità, anche se pagate a caro prezzo, prima o poi vengono a galla, come la triste realtà di quel treno merci, carico di esseri umani strappati dalle loro terre transitato alla stazione di Bologna il 18 febbraio 1947.

Il valore di un'immagine

“Cosa contengono i nostri giornali” è stata la traccia guida al recente Cisa di Trieste a cui anch’io ho partecipato in qualità di direttore responsabile di “Alpini… Sempre!”, il periodico della Sezione di Feltre. Uno spunto sull’argomento di quest’anno mi è stato offerto proprio dall’ultimo numero del mio periodico, che da tre anni, per ricordare il centenario della Grande Guerra, dedica la quarta di copertina ai reduci ancora in vita del secondo conflitto mondiale, anch’essi protagonisti loro malgrado della stessa tragica esperienza vissuta dai loro “fratelli maggiori”, che per ovvie ragioni anagrafiche non sono più tra noi.

Le tre “M…”

Spettabile redazione, alla vigilia di due importanti manifestazioni a Trento, la 91ª Adunata degli Alpini in maggio e il Dolomiti Pride in giugno, un tale che si professa alpino, in seguito ai commenti suscitati dalle motivazioni della scelta del Governatore, ha voluto precisare che è doveroso non confondere la cioccolata con la m.... Al riguardo, mi sono sentito in dovere di inviare il seguente testo ai tre quotidiani trentini: «Chiedo ospitalità per intervenire su alcune espressioni riportate dalla stampa locale in questi giorni, in merito alle due manifestazioni che si terranno a Trento nel maggio e giugno prossimi. 

Giovani idee

Aosta città alpina: non ci sono dubbi a riguardo e l’aria alpina la si respira in ogni suo angolo, specie di fronte all’alzabandiera nel piazzale della caserma Battisti, circondato da verdi montagne. Passando da lì una domenica mattina di aprile, un alpino in servizio in quella caserma avrebbe potuto osservare con curiosità un folto drappello di giovani che indossavano le maglie verdi con la scritta “Dal 1919, l’impegno continua”, all’ombra di un’altrettanto densa schiera di vessilli sezionali, provenienti da tutte le parti d’Italia. Stiamo parlando del 4º Convegno nazionale Giovani alpini che si è tenuto ad Aosta, presso la Caserma Battisti il 7 e 8 aprile scorsi: un momento particolarmente importante per esaminare e valutare l’attività svolta e per gettare le basi per i passi futuri che riguardano questa componente associativa.

Quattro amici a Visso

Intervenire in agricoltura sui danni del terremoto non è così facile. È anche per questo che l’Ana ha deciso di aggiungere un ulteriore intervento ai quattro inizialmente preventivati e ricostruire una stalla disastrata in quel di Visso (Macerata). La famiglia Sabatini si è trovata di punto in bianco senza abitazione e senza ricovero per gli animali che compongono la mandria - vacche, vitelli da carne e cavalli - mettendo in serio pericolo il lavoro di Maurizio, capofamiglia e allevatore. 

Leva inutile o educativa?

Egregio direttore, dopo aver letto la lettera intitolata “L’importanza della leva” su L’Alpino di marzo a firma del gen. Luigi Manfredi mi viene da rispondere che oggi il servizio di leva risulterebbe incompatibile ed inutile per aspetti operativologistici e gestione degli stessi. Se si è giunti al “mestiere delle armi” è perché le sempre più complesse esigenze militari (terrorismo crisi e conflitti nei paesi vicini) europee (paesi Nato) ci sono state richieste dalla politica internazionale di Onu ed Ue.

Il logo è nostro!

Nella pagina del Secolo del 3 aprile trovo la segnalazione di un’associazione che dichiara di condividere i valori del’Associazione Nazionale Alpini, cui mi onoro di apparte nere. Chiunque condivide i nostri valori è ben visto, e auguro a valori alpini le migliori fortune, che però vanno raggiunte senza usare il nostro logo che è nostra proprietà e non può essere utilizzato da nessun altro. 

Il cappello verrà con me

Caro direttore, ho letto su L’Alpino di febbraio in merito a chi lasciare il cappello in eredità. Io sono figlia e moglie di alpino orgogliosissima di esserlo. 

Parlar di alpini

Sono Stefano Filippi de Il Giornale e l’inviata Ebe Pierini i vincitori, ex aequo, del Premio Giornalista dell’anno 2018, rivolto ai reporter che durante l’anno passato abbiano fatto conoscere l’opera degli alpini, le tradizioni e le tematiche care alle penne nere. Il voto è stato unanime da parte della Commissione presieduta dal Consigliere nazionale Renato Romano e composta da Bruno Fasani, direttore de L’Alpino, e dai referenti dei quattro Raggruppamenti Ana: Marino Amonini, Enzo Grosso, Antonio Maritan e Paolo Mastracchio.

Dove si respira alpino

Quando avremo tra le mani questa copia de L’Alpino, gli occhi e il cuore saranno immersi nell’aristocratica bellezza della terra trentina. Ed avremo l’impressione di trovarci a casa, grazie all’operosa ed elegante accoglienza della sua gente. È l’indole tenace, senza i fronzoli delle chiacchiere, di gente abituata a competere con la terra, per procurarsi i mezzi di sostentamento e intenta ogni giorno a domare il territorio per renderlo ospitale.

Giornali che passione

Cosa c’è dentro i nostri giornali? La domanda potrebbe quasi apparire banale, tanto da chiedersi se valesse la pena di dedicarle la ventiduesima edizione del Cisa (il Convegno itinerante della Stampa alpina), che si è tenuta a Trieste. Ma nelle nostre testate (sono 175 quelle sezionali e di Gruppo, oltre, naturalmente a L’Alpino) c’è davvero tutto il mondo delle penne nere, con la sua passione, la sua lunga storia, la voglia di modernizzarsi e, perché no, con qualche eccesso di ingenuità. Un universo che merita di essere esplorato e conosciuto nella sua pienezza, dalle origini.

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