17.2 C
Milano
domenica, 25 Maggio 2025

In breve – settembre 2013

Notizie in breve.

SULL’ORLO DELL’ABISSO

L’altopiano dei Sette Comuni ci riserva sempre molte meraviglie. Una di queste è il monte Cornone, con gli attigui monti San Francesco e Sasso Rosso. Sono picchi che sprofondano verso la Val Brenta, spartiacque naturale con il Grappa. Per combattere su queste rocce sospese sull’abisso occorrevano particolari capacità tecnico militari e forza mentale e fisica per vivere in condizioni particolarmente difficili. Qui gli alpini, e non solo loro, resistettero agli assalti dei soldati austro-ungarici, addirittura contrattaccarono. Questo volume racconta le battaglie combattute su questo fazzoletto di terra da uomini coraggiosi che hanno fatto la storia.

1957. UN ALPINO ALLA SCOPERTA DELLE FOIBE

L’autore, ufficiale esperto di mine ed esplosivi, speleologo e fotografo, viene convocato nel 1957 dal ministero della Difesa per una missione segreta, coperta per 50 anni dal segreto militare, che lo porta a diventare testimone di una delle più atroci pagine del dopoguerra: le foibe. Sono pagine che restituiscono i contorni di una tragedia lontana attorno alla quale c’è ancora tanto da scoprire e da studiare.

GUIDA AI LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA NELLA PROVINCIA DI UDINE

È il terzo volume delle Guide Gaspari dedicato agli itinerari per studenti, insegnanti ed escursionisti, alla scoperta dei luoghi e dei personaggi che hanno legato la loro storia ai luoghi della Grande Guerra in Friuli. Ricordare una guerra e quel che ha lasciato è un modo per conoscere un passato che, scomparsi i testimoni diretti, rischierebbe di cadere nell’oblio.

Sfogliando i nostri giornali – settembre 2013

La nostra stampa.

Don Ivano parroco alpino

Sono figlio di un alpino, classe 1923, andato avanti nel 2009, ma con i miei fratelli non ho dato molte soddisfazioni allo spirito alpino di papà. Il fratello maggiore ha fatto il servizio militare come carabiniere, il sottoscritto è prete da tanti anni, il fratello minore ha fatto il servizio civile come obiettore di coscienza in anni in cui era difficile fare il militare senza essere considerati cittadini, se non sospetti, almeno di seconda categoria.

Il cappello è chi lo porta

Ho letto con piacere il fraterno saluto che il nostro nuovo presidente Favero ha inviato a tutti gli alpini. Ho apprezzato molto il modo con cui si pone al servizio dell’ANA e di tutti gli alpini con umiltà e tanto coraggio. Forza presidente, avanti con la morale che l’alpinità richiede, fatta di fatica, sudore e tanta fratellanza, e a tale proposito dedico a lei e a tutti gli alpini un breve scritto. Come si riconosce un alpino? Chi identifica l’alpino è il suo cappello.

Sulle orme del “Morbegno”

Al Pian delle Betulle, in Valsassina, la sezione di Lecco costruì nel 1959 una chiesetta votiva dedicata ai Caduti del battaglione Morbegno. Era la realizzazione del voto fatto durante la campagna di Grecia dagli stessi alpini del battaglione per ricordare i loro compagni Caduti. Tornati in Patria, i sopravvissuti dalla Grecia e dalla Russia onorarono quell’impegno. La cappelletta venne costruita sul progetto che un ufficiale del battaglione, l’architetto Mario Cereghini, aveva abbozzato in guerra: a forma di tenda con un campanile a metà fra un minareto e la Colonna Mozza dell’Ortigara. La chiamarono la “Tenda dell’anima”.

Il “Montenero” a Strasburgo

Il Coro Montenero nasce nel 1974 in seno alla sezione di Alessandria grazie a 14 entusiasti coristi provenienti dal territorio provinciale. Lo scopo iniziale è quello di cantare in amicizia, riscoprire un mondo fatto di uomini e cose semplici della tradizione montanara.

Coerenza alpina? Compito di tutti

Caro direttore, credo di avere sentito il fremito della tua penna nella recente corrispondenza con i lettori, specialmente in risposta all’artigliere poco patriottico o di fronte ad un certo conformismo. A me sembra che l’alpino e il sacerdote abbiano trovato una buona sintesi concettuale. Il compito è difficile, almeno quanto lo sforzo di indicare il nostro futuro associativo, ed è destinato soprattutto a chi ha un’idea approssimativa del significato di essere alpini e a chi non percepisce certi pericoli.

uomini nuovi per un'Italia migliore

Sento dentro di me un senso di profonda rabbia e sdegno al pensiero che moltissimi politici e amministratori della cosa pubblica sono riusciti e riescono a trascinare in un profondo baratro l’economia italiana e, per causa loro, molte persone hanno rinunciato al dono più prezioso, la vita, rifiutando quello stile di vita imposto fondato sulla corruzione. Hanno calpestato costantemente la Costituzione e la dignità umana.

Le crode dei Da Col

E poi ci sono le Dolomiti. Aguzzi campanili che nascono da pendii boschivi fitti, pennellati dalle mille tonalità di colori che segnano il succedere delle stagioni. Dolcezze di boschi che precedono inaspettati campanili di roccia fredda, aguzza. Ma non inesplorata. È qui che durante la guerra i nostri alpini avevano dimora, tra difficoltà impensabili. Costantemente minacciati da freddo e schioppettate nemiche. Eppure proprio tra queste guglie frastagliate si compirono imprese leggendarie. E furono tante, tantissime considerando i mezzi di allora, gli scarsi rifornimenti, la neve che l’inverno rivestiva ogni cosa. Sui torrioni ciclopici di Croda Rossa e Cima Undici nell’inverno del 1915 e nella primavera del ’16, un brulicare di uomini.

NELL'ULTIMA SETTIMANA