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giovedì, 25 Aprile 2024

Corone e onori ai Caduti dei due fronti

Venerdì mattina, conclusa la cerimonia dell’alzabandiera, da piazza Mazzini, il presidente Perona con il Consiglio Direttivo Nazionale, il comandante delle Truppe alpine e il picchetto d’onore si sono trasferiti al rione di san Giacomo, per rendere omaggio ai Caduti sepolti nel cimitero militare formato da due settori attigui, con soldati dell’esercito austro-ungarico della prima guerra mondiale e altoatesini Caduti nella seconda guerra mondiale nei diversi fronti con l’esercito tedesco.

Con l’alzabandiera parte l’Adunata che farà storia

L’Adunata è stata aperta ufficialmente venerdì mattina, con l’alzabandiera in piazza Mazzini. Alle 9 c’era un quadrato di vessilli, gagliardetti e una compagnia del 2° reggimento alpino Trasmissioni davanti al palco con tre pennoni: per la bandiera italiana, quella dell’Europa e di Bolzano. In prima fila le massime autorità, con il sindaco, il prefetto, il questore, il vice presidente della Provincia Tommasini. Il segretario generale dell’Associazione, gen. Silverio Vecchio - accolto da un caloroso applauso che ha fatto comprendere con quanta partecipazione fosse atteso quel primo momento dell’Adunata - ha dato il benvenuto alle centinaia di alpini e bolzanini che gremivano la piazza.

Alpini, per favore ritornate

Bolzano è un bijou, nemmeno una carta a terra o un fiore calpestato. L’avevano detto, ma non ci si credeva. Sembrava impossibile uscire indenni dall’assalto dei trecentomila. Pareva impossibile alla città dove regna un ordine asburgico, in cui si passa il tempo a pettinare i fili d’erba delle aiuole. E invece ci sono riusciti. «Alpini, per favore ritornate ». Stava scritto così su uno striscione appeso lunedì mattina fuori da un terrazzo, lungo le vie della sfilata. Il giorno dopo l’Adunata, inutile negarlo, i bolzanini si sono risvegliati tutti un poco depressi, intristiti, col magone: mai avrebbero pensato di vivere una simile magnifica baraonda; ora è finita e non vedono l’ora che ricapiti.

In visita al S.O.N. alla caserma Huber

Sabato di buon mattino il nostro presidente nazionale Corrado Perona, accompagnato dal sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli e dal generale Fausto Macor, vice comandante delle Truppe alpine e comandante della Divisione Tridentina (nella foto in basso) ha fatto visita agli alpini del SON, il Servizio d’Ordine Nazionale: sono gli alpini che svolgono il servizio d’ordine nei giorni dell’Adunata e tanti compiti per il buon svolgimento della grande manifestazione alpina.

Cittadella alpina: successo record

L’Adunata di Bolzano ha riservato alla Cittadella degli Alpini un successo record inaspettato: in quattro giorni oltre 50.000 visitatori di ogni età hanno affollato gli stand di tutte le specialità delle Truppe Alpine allestiti sui prati del Talvera. Ed è stata proprio la posizione a portare un pubblico senza precedenti a vedere da vicino mezzi, armi ed equipaggiamenti di ultima generazione in dotazione ai reparti alpini e di tradizione alpina.

“Una festa che ha cambiato la città”

Sono rimasti solo tre giorni ma sono riusciti a compiere un piccolo miracolo: coinvolgere nella loro festa una città in genere freddina come Bolzano. L’Adunata degli alpini ha portato una ventata di allegria che ha contagiato tutti, di entrambi i gruppi linguistici. Anche i più scettici che alla vigilia dell’Adunata avevano pensato di “scappare” da quello che immaginavano come un weekend di caos e possibili tensioni etniche, alla fine si sono dovuti ricredere.

Il vescovo Muser: alpini rimanete nella tradizione cristiana

La liturgia ricca di parole d’amore, per il comandamento di pace pronunciato da Gesù agli apostoli riuniti prima dell’Ascensione, di amarsi l’un l’altro, è stata al centro della celebrazione della Messa in Duomo officiata sabato pomeriggio dal vescovo di Bolzano e Bressanone monsignor Ivo Muser. Il quale ne ha tratto lo spunto per proiettarsi nella molteplice realtà altoatesina, dove esistono culture, consuetudini, idiomi diversi che devono ispirarsi ad “una convivenza pacifica, dignitosa e di rispetto per l’altro”. L’omelia è stata pronunciata in un duomo gremito in ogni posto, con autorità schierate in prima fila, fra cui il sindaco Spagnolli, il presidente nazionale Perona, il vice presidente della Provincia Tommasini, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito gen. Graziano, e il comandante delle Truppe alpine gen. Primicerj, in una cornice di vessilli e gagliardetti ed il Labaro sull’emiciclo dell’altare.

La forza della penna

Il momento più emozionante di un’Adunata è l’alzabandiera che apre ufficialmente la manifestazione. È percepibile ovunque l’orgoglio di appartenenza, la tensione emotiva e la preoccupazione che tutto possa svolgersi senza inconvenienti. Vedere i simboli dell’Europa, dell’Italia e della città di Bolzano che giocano con le bizzarrie del vento non lascia indifferenti. Passato e presente s’intrecciano in quello scorrere del tempo che relativizza anche i pregiudizi più tenaci a morire. “I nostri simboli - dirà qualche ora dopo il sindaco Luigi Spagnolli - si amano, quelli degli altri si rispettano”.

Speaker: i magnifici 4 (+1)

Ecco le …voci dell’Adunata, e delle manifestazioni di contorno. Hanno raccontato quel lungo romanzo che è la storia degli alpini e dell’Associazione, con le sue Sezioni, i Gruppi, le fanfare, la sfilata, momento per momento.

I temi caldi: futuro associativo e soci aggregati

Nel pomeriggio di venerdì 11 maggio, presso la sala principale del Comune di Bolzano, ha avuto luogo l’incontro tra il consiglio direttivo dell’ANA e le rappresentanze delle Sezioni e Gruppi autonomi all’estero. A presiedere l’incontro è il delegato ai contatti con le Sezioni all’estero Ferruccio Minelli, essendo il presidente Perona impegnato in altra manifestazione. Sono presenti il vice presidente vicario Sebastiano Favero, il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli e numerosi consiglieri nazionali. Fatto l’appello delle Sezioni presenti, Minelli esordisce sottolineando l’importanza della riunione in quanto è l’unico momento in cui è possibile trattare i problemi che emergono da una realtà così vasta e complessa come quella degli alpini che vivono all’estero. E conclude: “I problemi voi li vivete, noi li conosciamo”.

Vivere l’Adunata in Provincia

MERANO - Per l’occasione, tutti alla rinata “Rossi”

“Alpini a Merano” è il titolo dell’opuscolo col quale la città del Passirio ha accolto da vecchi amici i partecipanti all’Adunata altoatesina. Merano ha un ruolo centrale nella storia delle penne nere. Vi nacquero la Divisione Tridentina (1935) e la brigata Orobica (1953). Vi sono confluiti nella tre giorni dell’Adunata, alpini che avevano trovato alloggio in val Venosta, nella bassa atesina e in val di Non, in Trentino. Grande l’impegno profuso dai Gruppi della zona (quello di Merano in particolare, ma anche Sinigo, Marlengo e Lana). Le manifestazioni sono cominciate il 28 aprile con l’apertura della mostra e la presentazione del libro “Alpini. Un racconto contemporaneo” (una riuscita collaborazione tra Provincia e Comune).

Mai vissuta una tale atmosfera di festa e amicizia

“Sul cappello, sul cappello che noi portiamo c’è una lunga, c’è una lunga penna nera…”. Quella penna nera “che a noi serve da bandiera” purtroppo io non l’ho mai portata. Sono nato e cresciuto in una cittadina di confine, a Vipiteno, dove gli alpini erano di casa, erano amici di tutti. Grande appassionato di sci e di montagna, sognavo sin dai tempi del liceo di poter frequentare la mitica scuola militare alpina di Aosta o comunque di poter essere arruolato in qualche battaglione alpino ma per la morte prematura di mio papà (proprio il giorno della visita di leva, un giorno di grande dolore e non di gioia come per i coscritti del ’37) venni esonerato dal servizio militare.