Zona franca

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    Rubrica aperta ai lettori.

    LATINA E BOLZANO

    Sul numero di dicembre 2007 de L’Alpino a pagina 5 Adunata a Latina , nella risposta del direttore alla lettera di Luigi Rinaldi: … Quello però che, a mio parere, bisogna sgomberare dalla mente è che la scelta fatta sia viziata da insensibilità o, peggio, da intrallazzi mutuati dalla politica . Tale risposta non convince chi, come il sottoscritto, ha letto l’articolo Riservato Alpini?No, grazie , del settimanale L’Espresso del 2 agosto 2007: Luis Durnwalder, governatore dell’Alto Adige, le Penne non le vuole nere. Solo bianche, quelle dei cappelli piumati degli Sch tzen, antica milizia popolare tirolese Nemmeno gli alpini possono marciare a Bolzano per la tradizionale adunata nazionale. Il sindaco Luigi Spagnolli, fra i promotori del raduno dei veci , è stato messo alle corde dal governatore. Verboten! . Considerato che nella risposta fornita dal direttore non si fa cenno al dissenso espresso dal governatore dell’Alto Adige, anzi si esclude l’intervento della politica, si chiede di chiarire, sempre sul mensile, la realtà dei fatti e, se quanto riportato dall’articolista de L’Espresso è esatto, che il Consiglio Direttivo Nazionale stigmatizzi il comportamento del Governatore. Noi soci dell’A.N.A. esprimeremo i nostri apprezzamenti.

    Luigi Perugini Pesaro

    Abbiamo ritardato a rispondere a questo intervento perché abbiamo preferito affidare la puntualizzazione al presidente della Sezione di Bolzano, il quale meglio di ogni altro conosce i fatti. La scelta di Latina, preferita a Bolzano aggiungiamo noi, e a riprova dello stesso verbale del CDN ha seguito l’iter della procedura adottata da sempre per la scelta della città dell’Adunata nella rosa delle richiedenti. Questo il punto del presidente Scafariello:

    Il fatto che l’Associazione abbia improntato le sue espressioni ed i suoi comportamenti a modalità che evitino di prestare il fianco a speculazioni politiche (nel senso partitico) è un aspetto ormai assodato e condiviso da tutti gli associati ed è stato adottato anche nel caso in discorso. L’articolo de L’Espresso cui si richiama il socio Perugini, e prima di lui Rinaldi, è sicuramente almeno parziale e non pienamente rispettoso dei fatti. Ricordiamo che il 28 e 29 aprile dello scorso anno si è tenuto a Bressanone il secondo raduno della Brigata Tridentina senza alcuna obiezione o remora da parte della Provincia Autonoma di Bolzano e con il pieno appoggio delle autorità locali. Il Presidente provinciale in un primo incontro con la delegazione della Sezione Alto Adige, presente anche il sindaco della Città di Bolzano, si era dichiarato possibilista riguardo all’Adunata nel 2009, passando solo successivamente ad un aperto dissenso in verità poco comprensibile data la concomitanza con le celebrazioni Hoferiane (Andreas Hofer è l’eroe del Tirolo, fucilato a Mantova dagli austriaci nel 1809, del quale ricorrono l’anno prossimo i 200 anni dalla morte, n.d.r.). Ha però dichiarato aperta disponibilità all’ipotesi adunata nazionale per gli anni successivi. Il credito maturato dagli alpini per tale impegno e la convinta adesione delle Autorità cittadine è un patrimonio che l’Associazione non intende dissipare con posizioni di contrapposizione poco utili anche alla realtà dell’Alto Adige.

    Ferdinando Scafariello

    I CADORINI E L’IMPERATORE SIGISMONDO

    Nella Zona franca de L’Alpino di gennaio 2008 compare l’intervento di Gianni Mattana che rievoca un vecchio lavoro di Luciano Viazzi sui valdesi, ove l’autore si dilungava a presentare gli stessi come i primi alpini impiegati al passo Assietta sulle Alpi Cozie dai piemontesi contro i francesi. In quell’occasione scrissi a L’Alpino che i primi alpini potevano essere invece considerati i volontari cadorini della Regola di Vinigo di Cadore che al passo di Cimabanche si opposero alle truppe dell’Imperatore Sigismondo nel 1410. Detti volontari si addestravano regolarmente ogni domenica, ecco perché si possono considerare veri soldati di montagna . Nel numero di febbraio 2006 è apparso un articolo che afferma testualmente: Massimiliano I, nel 1508 si scontrò con le milizie cadorine, rinforzate dai montanari dei Sette Comuni: tempestive nevicate gli impedirono di prendere alle spalle i veneziani schierati in fondovalle (una Strafexpedition ante litteram) . Massimiliano scese in Cadore nel 1511. Nel 1508 il barone Sisto von Trausten venne sconfitto ed ucciso a Rusecco da Bartolomeo d’Alviano capitano di ventura al Soldo di Venezia i montanari dei Sette Comuni non vennero in Cadore i veneziani presero alle spalle gli imperiali scendendo da Forcella Cibiana nel 1508 e fronteggiandoli nel 1511. Non si trattava quindi di una Strafexpedition, in quanto i cadorini e Venezia non avevano tradito nessuno (grave offesa per i cadorini questa affermazione).

    Italo de Candido Conegliano (TV)

    QUEI MURI DI CEMENTO A BOCCHETTA CAMPIGLIA

    Vi scrivo in proposito alla diatriba sull’ecomostro di Bocchetta Campiglia, dove inizia la salita alla famosa strada delle gallerie del Pasubio comparsa sul L’alpin fa grado di dicembre 2007. Ultimamente infatti si sono cominciate a levare autorevoli voci di dissenso, almeno nella nostra zona, e questo mi suggerisce una considerazione. Mi pare strano che tutti si siano accorti solo ora che è una cosa completamente fuori contesto; tutti scandalizzati; nessuno ne sapeva nulla. Non vorrete forse farmi credere che nessuno si fosse accorto che era una bruttura ancora in fase di progetto?Ricordo benissimo che la planimetria fu esposta per molto tempo a Schio, in occasione della presentazione del progetto di recupero della strada delle gallerie ed evidenziava già ampiamente che si sarebbe trattato di una costruzione completamente priva di gusto estetico e fuori luogo, per la montagna. Addirittura era visibile una ricostruzione virtuale che ne esaltava ancor più la bruttezza. Io sono salito alla strada nell’autunno del 2006 durante la costruzione e già allora la vista dal vivo confermava l’impressione che dava il progetto, ma ciò nonostante ancora non si era levata nessuna voce ufficiale . Ora che il lavoro è finito, con un costo di 207 mila euro, tutti sapevano che ne sarebbe risultato un ecomostro, che era bruttissimo e che non bisognava costruirlo. Mi chiedo: e prima?Ci sarà stata qualche commissione che ha approvato il progetto e quindi tra i responsabili anche degli alpini. Oppure è comparsa dalla sera alla mattina senza che nessuno avesse la minima idea di cosa sarebbe uscito da quel cemento?

    Moreno Rudella Piovene Rocchette (VI)