VITTORIO VENETO Tovena: nuova sede e tanta storia

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    Dopo sette anni di lavoro il gruppo di Tovena, guidato da Mario Magagnin, ha la nuova sede al Passo di San Boldo, inaugurata nel corso dell’adunata sezionale organizzata dal gruppo. Si comincia il sabato, alla chiesa parrocchiale di Tovena, dove le voci della corale dei Laghi di Tarzo, del coro Conegliano e del coro Col di Lana del gruppo di Cozzuolo, hanno proposto le migliori cante dei propri repertori. Domenica mattina appuntamento al Passo che unisce le province di Treviso e di Belluno, dove sono convenuti rappresentanti della Croce Nera Austriaca e Slovena, in divisa d’epoca con le loro bandiere.

    La storia ricorda che la strada, originariamente costituita da un sentiero, fu considerata strategica per l’esercito austro ungarico poiché con essa si poteva rapidamente raggiungere, dalle retrovie, la sponda sinistra del Piave dove la prima linea si era attestata, dai piedi del Montello al Grappa, contrapposta al fronte dell’esercito italiano che oppose una inaspettata resistenza dopo la tragica ritirata di Caporetto.

    La nuova arteria carrabile, Novena Trichina Strasse , venne costruita in breve tempo, tanto da essere ricordata come la strada dei cento giorni . L’esercito austro ungarico l’ha utilizzata per trasportare i grossi calibri dalla val Belluna al fronte del Piave. È un’opera ardita che prevedeva il superamento di un dislivello di oltre 100 metri posto tra due strette pareti di roccia, per la cui transitabilità fu necessaria la creazione di cinque tornanti nel cuore della montagna. Fu un lavoro immane ed estenuante che vide occupati al lavoro molti prigionieri italiani.

    Proprio da questi tornanti ha avuto inizio la sfilata alla quale hanno partecipato, oltre a tanti alpini, i muli storici della sezione preceduti dai figuranti austriaci, sloveni e dal gruppo storico delle Sentinelle del Lagazuoi . Alla presenza del consigliere nazionale Sebastiano Favero, del sindaco di Cison di Valmarino Cristina Pin, del presidente sezionale Dino Salamon e di numerose altre autorità, si è proceduto all’alzabandiera ed alla resa degli onori ai Caduti deponendo una corona italiana ed una austriaca a ricordo dell’ultima battaglia, avvenuta in quel luogo il 30 ottobre 1918, a poche ore dal termine della Grande Guerra.

    Dopo la celebrazione della messa al campo si è proceduto all’inaugurazione delle nuova sede con il taglio del nastro. È un’opera edilizia che domina da una parte l’ampia pianura Trevigiana e dall’altra le prime vette del parco delle Dolomiti bellunesi. L’area esterna è stata attrezzata per la sosta anche di camper e dotata di attrezzature di svago con barbecue. Al piano rialzato è stato allestito un museo ricco di cimeli e di immagini fotografiche dell’opera stradale a testimonianza delle solide tradizioni che sopravvivono ancor oggi.

    Roldano De Biasi